Tempio Pausania – Silvia (nome di fantasia) dopo lo stupro e quella brutta notte del 17 luglio 2019 si è trasferita all’estero. «Con tutta l’attenzione mediatica sarebbe stato impossibile vivere in Italia — dice la sua avvocata, e senatrice della Lega, Giulia Bongiorno — Pensate che la psicologa che la sostiene mi ha imposto di chiamarla solo una volta al mese, per non turbarla».
E però c’è un processo da affrontare, anche se a porte chiuse, in cuiSilvia dovrà essere in aula, davanti ai giudici del tribunale di Tempio Pausania e agli avvocati che difendono Ciro Grillo, figlio del garante M5S, e ai suoi amici genovesi Edoardo Capitta, Francesco Corsiglia e Vittorio Lauria. Tutti oggi sui 22 anni, imputati di stupro di gruppo sulla ragazza italo-norvegese e di violenza sessuale sulla sua amica Roberta (altro nome di fantasia), studentessa milanese in vacanza con lei in Sardegna. Entrambe allora 19enni, conosciute al Billionaire e invitate a passare la notte nella villetta di Cala di Volpe in uso ai Grillo.
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dal nostro inviato
Fabio Tonacci
La prima udienza di un processo che tutti gli avvocati dicono che non si sarebbe dovuto fare, ma si farà, e che, oltre all’interesse penale, ha una declinazione politica, sarà il primo giugno. Le altre 5, una al mese. Poi si vedrà. E Giulia Bongiorno si dice preoccupata dai tempi, «soprattutto per lo stress psicologico della mia cliente». Ieri il tribunale (presidente il giudice Marco Contu), in assenza degli imputati e delle due vittime, ha accolto quasi tutta la lista dei testimoni presentata dal procuratore capo di Tempio, Gregorio Capasso, da Bongiorno, dai legali Vinicio Nardo e Fiammetta Di Stefano che assistono Roberta; e dal nutrito collegio difensivo degli imputati (Alessandro Vaccaro, Andrea Vernazza, Gennaro Velle, Ernesto Monteverde, Enrico Grillo (cugino di Beppe), tutti del Foro di Genova, più Mariano Mameli e Antonella Cuccureddu di Sassari).
Il caso
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Sono stati esclusi gli inviati di Repubblica (Tonacci) e del Corriere (Fasano), citati per le dichiarazioni di alcuni testimoni riportate sui quotidiani. Comunque, la lista è lunga. C’è Parvin Tadik, moglie di Beppe. Quella notte dormiva in una camera attigua, ma agli investigatori ha detto di non aver sentito nulla. Chiamato a testimoniare anche il figlio adottivo dell’ex comico: è lui l’autore dello scatto che ritrae Silvia mentre bacia Ciro in discoteca. Secondo le difese, la foto «è probante» di un rapporto sessuale consenziente. E in aula ci sarà David Enrique Bye Obando, che — secondo le confidenze di Silvia a un’amica — avrebbe tentato di violentarla in tenda, in Norvegia, nel maggio 2018. Le difese ritengono rilevanti le sue dichiarazioni, a sostegno della tesi per cui la vittima già in quell’occasione si sarebbe inventata tutto. Bongiorno si è opposta a questa ammissione, ma il tribunale, per ora, l’ha accolta.
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Le ragazze saranno presenti al processo, ma si sta valutando la possibilità di “audizioni protette” in un luogo “schermato”. Però l’avvocato Vernazza avverte: «Io voglio poter guardare in faccia i testimoni». Gli imputati, invece, saranno in aula, anche se a tutela della presunzione d’innocenza il tribunale potrebbe farli entrare da accessi non visibili ai media. Quanto al materiale probatorio, è stato acquisito un hard disk con centinaia di chat, messaggi e telefonate (undici quelle ritenute fondamentali per la ricerca della verità) ma i singoli contenuti saranno trattati e ammessi di volta in volta.Original Article
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