“No alla guerra imperialista, fuori chi vende armi dall’Università”. È lo striscione davanti all’ingresso del Politecnico di Torino che da questa mattina un gruppo di una trentina di attivisti ha srotolato come forma di protesta “perché dal 2014 a oggi il Politecnico ha stretto rapporti per milioni di euro con aziende russe ed europee: fa ricerca per il monopolio del petrolchimico Gazprom, costruisce poli tecnologici con le multinazionali degli aerei da guerra Leonardo e Thales, addirittura addestra i piloti Nato”.
La protesta, che si sta svolgendo in modo pacifiico, è stata organizzata in contemporanea alla riunione del Senato accademico che sta valutando di sospendere le collaborazioni con i partner russi. Presenti due camionette della polizia e agenti in tenuta antisommossa. Gli attivisti hanno provato a entrare “la risposta dell’ateneo – dicono – è come sempre la militarizzazione”.
Nei mesi scorsi altre proteste sono state organizzate contro il contratto sottoscritto con l’Agenzia europea Frontex, secondo cui l’Ateneo dovrà produrre mappe e cartine da impiegare nel controllo di confini e frontiere.
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