TORINO – La scarsità dei microchip e la guerra in Ucraina aumentano gli effetti negativi sulla produzione in Italia e costringono Stellantis a rivedere i programmi di produzione su uno dei principali stabilimenti in Italia: Melfi. Non solo non ci sarà la crescita produttiva che era stata ipotizzata a gennaio dall'azienda ai sindacati: 20 turni di lavoro con quattro squadre impegnate. Il che avrebbe voluto dire fine di qualsiasi ammortizzatore sociale e saturazione degli impianti che producono le Jeep Compass, Renegade e la 500X.
A fine febbraio i primi segnali di incertezza, tra produzione a singhiosso e microchip che arrivano con il contagocce. L'azienda però a sempre confermato l'obiettivo: la crescita produttiva con piena occupazione per i 6.761 addetti del complesso. Il 14 marzo, dopo due settimane di cassa integrazione, gli operai sono tornati al lavoro nello stabilimento di San Nicola; ma ieri è arrivata la doccia fredda.
Nell'ultimo incontro tra la direzione dello stabilimento e i sindacati l'azienda ha sottolineato che "la guerra in Ucraina, che si aggiunge alla crisi già in corso per l'approvvigionamento dei semiconduttori, rende al momento non più percorribile l'ipotesi di salita produttiva per lo stabilimento di Melfi", sottolineano Fim, Fiom, Uilm, Fismic, Ugl e Aqcf. Non solo. E' previsto che l'attività scenda ancora. Dal 4 aprile i turni di lavoro scenderanno da 17 a 15, "con un conseguente esubero giornaliero provvisorio di 1.500 unità", dicono i rappresentanti dei lavoratori.
Persone che a rotazione dovranno tornare in cassa integrazione. La conseguenza più diretta del blocco della "salita produttiva" è rappresentata dall'esigenza "di rivedere anche lo strumento di ammortizzatori sociali in essere: infatti, a partire dal 4 aprile sarà riproposto un contratto di solidarietà con le nuove regole del 2022, che prevedono una riduzione massima dell'80 per cento di stabilimentò".
La "grande preoccupazione" manifestata dai sindacati durante l'incontro – hanno spiegato il segretario della Uilm di Basilicata, Marco Lomio, e Gerardo Evangelista della Fim-Cisl di Melfi – è legata al fatto che "gli ammortizzatori sociali che si stanno utilizzando scadranno nel prossimo mese di luglio". Di conseguenza, è "indispensabile" che il governo Draghi, come già chiesto dalle organizzazioni sindacali e da Stellantis al tavolo al Mise, intervenga "per dare un aiuto concreto al reddito dei lavoratori che da un lato viene falcidiato dalla mancanza di lavoro e dall'altro dall'aumento del petrolio e dell'energia".
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