Un po’ meno frequentemente di vent’anni fa, ma in maniera periodica, in tutta la nostra penisola dai grandi agglomerati urbani ai piccoli centri storici, riemerge la questione dei graffiti murali nei termini di un fenomeno vandalico che mette a rischio l’immagine dei nostri quartieri e delle nostre città. La lotta ai graffiti è diventata, a partire dagli anni Novanta, un tema da campagna elettorale che chiama in causa diversi aspetti quali la difesa della proprietà privata, la conservazione del patrimonio storico-artistico e la preservazione del decoro urbano.
D’altra parte, come sottolinea Alessandro Minnino nel suo Graffiti writing in Italy 1989-2021 edito da bruno, “tanti writer considerano se stessi ‘vandali’ e l’illegalità del gesto è una componente fondamentale nei graffiti, quasi determinante”. Più invise sono le “scritte”, le tag, considerate prive di ogni valore estetico, più accettati i pezzi figurativi di qualunque genere, le rappresentazioni riconoscibili secondo un’idea di arte intesa come bellezza e di bellezza come decorazione.
Il volume di Minnino, ripercorrendo la storia dei graffiti in Italia, raccontandoci le sue identità molteplici, le tecniche, le pratiche, le culture in evoluzione, è una lettura consigliata a chiunque si trovi a dovere o volere discutere sull’argomento. Ne ricaviamo una consapevolezza che ci permette innanzitutto di distinguere tra writing e vandalismo e a cogliere le contraddizioni che il graffiti writing mette in luce nel suo partecipare al contesto in cui opera.
Le “scritte sui muri” non sono che uno dei segni che si stratificano nelle nostre strade in perenne evoluzione. Superfici orizzontali e verticali, le strade e i muri, sono uno specchio della nostra natura, raccontano chi siamo, applaudono, celebrano, urlano contro.
Ogni segno è l’espressione di chi lo produce: la segnaletica urbana stabilisce per le istituzioni la leggibilità del territorio, le insegne dei negozi mediano tra la loro natura privata e la loro funzione pubblica, la pubblicità si rivolge a noi come massa in cui è possibile segmentare gruppi di interesse più o meno omogenei. I graffiti rappresentano una varietà di soggetti, collettivi o molto più spesso individuali che per molteplici ragioni si sentono sottorappresentati.
Ma non è solo in questa ragione, fosse la sua motivazione sociale, politica o psicologica che si esaurisce il senso dei graffiti. A metà strada tra espressione vandalica e artistica essi sono infatti testimonianza di una potenza creativa, di una vitalità, di una ricerca di senso che costituisce un capitale umano da non rimuovere, da rivalutare e incanalare.
Reinterpretare i significati delle “scritte sui muri” è un esercizio utile anche ai fini di una riflessione sul tema del “decoro urbano” che troppo spesso viene invocato in maniera acritica da amministratori e governanti. Comprendere le ragioni dei fenomeni, interpretali e leggerne il potenziale è la strada alternativa rispetto allo sviluppo di politiche di controllo e autocontrollo.
Testi e crediti immagini
Alessandro Minnino, Graffiti writing in Italy 1989-2021, bruno 2021, Venezia. Con una prefazione di Luca Barcellona. Crediti immagini: Alessandro Belussi
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