"Hanno visto i maestri di pugilato, i guantoni e, in un attimo, gli si sono illuminati gli occhi. Per la prima volta, non erano più i bambini profughi e impauriti dopo i traumi e il lungo viaggio. Ma piccoli campioni. Che cominciavano a ritrovare interesse, curiosità. Non volevano lasciare il ring, né il tappeto". Storia di due fratellini ucraini.
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