Addio ai supplì, ai filetti di baccalà, ai carciofi alla giudia, ai bigné di San Giuseppe: complice il conflitto in Ucraina le scorte di olio di semi scarseggiano e, dal dolce al salato, Roma dovrà presto rinunciare ai simboli della gastronomia cittadina. "Da giorni, la battuta che gira in azienda – racconta Martino Bellincampi, il "mago del fritto" e titolare del marchio Pastella, con due punti vendita a Roma, uno al Mercato Centrale – è che dovremo iniziare a friggere ad aria".
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