MOSCA – C’è una Russia cancellata e c’è una Russia oscurata. Da una parte c’è Meta, l’azienda di Mark Zuckerberg, che consente i “due minuti d’odio” di orwelliana memoria contro «gli invasori». Dall’altro c’è Mosca che risponde staccando la spina a Facebook e Instagram. A farne le spese i cittadini russi che scivolano sempre più velocemente verso un Medioevo digitale e mediatico: silenziate le testate indipendenti e bloccati i social, si restringono le fonti libere d’informazione.

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