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Murray, un Sir da 700 vittorie: “Traguardo molto importante, che mi dà ancora motivazioni”

Settecento vittorie in carriera. E' il significativo traguardo raggiunto da Andy Murray grazie all'affermazione in rimonta sul giapponese Taro Daniel (1-6 6-2 6-4 lo score) al primo turno del Masters 1000 di Indian Wells. Il 34enne scozzese, attualmente n.88 della classifica mondiale e in tabellone grazie ad una wild card (è stato finalista in questo torneo nel 2019), entra dunque nel "club dei 700", consolidando il quarto posto tra i giocatori in attività dietro autentiche icone quali Roger Federer (1251 match vinti), Rafael Nadal (1043) e Novak Djokovic (991). Sicuramente un premio importante per la sua tenacia, verrebbe voglia di dire testardaggine nell'ostinarsi a continuare a competere per ritornare protagonista dopo due operazioni all'anca, arrivato a quasi 17 anni di distanza dal giorno di giugno 2005 quando superò lo spagnolo Santiago Ventura al primo turno del torneo ATP sull'erba del Queen's Club, quando il britannico aveva appena compiuto 18 anni.

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"Grande traguardo, che mi serve da stimolo"

"Raggiungere 700 vittorie è davvero un traguardo molto, molto grande. Non è stato facile arrivarci – il commento di Murray, ricordando di essere arrivato a quota 600 nel 2016 – Cinque anni e mezzo per vincere le successive cento, ci è voluto molto tempo. Adesso guardo questo tipo di statistiche: mi motiva e mi incoraggia a cercare di andare più in alto. Quando si vedono i giocatori che ci sono riusciti sono sicuramente i migliori tennisti degli ultimi 30 o 40 anni. È bello essere tra loro". Non a caso, per non lasciare nulla di intentato Sir Andy, dopo essere rientrato con fatica e caparbietà tra i primi 100 del ranking, è persino andato a suonare alla porta del suo vecchio allenatore Ivan Lendl, l'ex grande campione che lo ha assistito impassibile dall'angolo nei momenti della gloria assoluta. C'era il cecoslovacco naturalizzato statunitense al fianco dello scozzese quando conquistò il titolo olimpico a Londra 2012, poi i primi Us Open. E l'anno successivo il primo, storico successo a Wimbledon, poi bissato. C'era ancora l'ex n.1 del mondo da 270 settimane al comando quando, nel 2016, Andy riuscì nell'impresa titanica di strappare lo scettro a Novak Djokovic e chiudere la stagione sul trono di numero 1 del mondo.

Ogni vittoria è un aiuto in più ai bimbi ucraini

Insomma, una storia e un carisma che hanno ancora pochi rivali nel tour. Anche perché il giocatore nato a Dunblane, atteso al secondo turno dal kazako Alexander Bublik (testa di serie n.31), pur concentrato sul tennis mantiene una lucidità nello sguardo su quel che succede fuori dal campo che pochi atleti possiedono. La decisione di supportare l'Unicef nella campagna di aiuti ai bambini ucraini devolvendo tutti i premi che riuscirà a conquistare quest'anno dimostra una sensibilità e insieme una chiarezza di idee e valori che lo stanno facendo diventare un riferimento morale per tanti colleghi e colleghe. E la vittoria numero 700, oltre al peso negli annali, significa anche 30.000 dollari in più da devolvere a quei piccoli che, loro malgrado, si trova a dover convivere con gli orrori della guerra.

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In campo Musetti, Fognini, Sonego e Sinner

E' un sabato sera (e magari anche una nottata…) a tinte tricolori a Indian Wells: sono infatti quattro i tennisti italiani chiamati a scendere in campo per il secondo turno del torneo, mentre il quinto – Matteo Berrettini – entrerà in scena domenica. Lorenzo Musetti, n.56 Atp, sfida lo statunitense Reilly Opelka, numero 17 del ranking mondiale e del seeding: il 24enne di St. Joseph ha vinto i due precedenti testa a testa con il 20enne di Carrara, eroe di Davis, disputati entrambi lo scorso anno, al secondo turno agli Internazionali Bnl d'Italia di Roma e al primo turno degli US Open. Fabio Fognini, n.36 Atp, trova dall'altra parte della rete il georgiano Nikoloz Basilashvili, n.18 della classifica mondiale e del seeding, finalista nella passata edizione: il 34enne di Arma di Taggia si è aggiudicato l'unico precedente con il 30enne di Tbilisi, lo scorso anno al primo turno del "1000" di Cincinnati. Altri tre azzurri entrano in gara direttamente al secondo turno essendo inseriti tra le teste di serie. Il francese Benjamin Bonzi, n.62 Atp, è il primo ostacolo di Lorenzo Sonego, n.21 del ranking e del seeding, mentre Jannik Sinner, n.10 del ranking e del tabellone, anche lui grande protagonista in Coppa, deve vedersela con il serbo Laslo Djere, n.52 Atp: il 26enne di Senta ha vinto i due confronti con il 20enne di Sesto Pusteria, entrambi sulla terra battuta, nel 2019 negli ottavi a Budapest e nel 2020 sempre negli ottavi a Kitzbuhel. Matteo Berrettini, n.6 del ranking e del seeding, al rientro dopo il problema agli addominali accusato ad Acapulco, nella parte bassa del tabellone affronterà domenica il Next Gen danese Holger Rune, n.86 Atp, proveniente dalle qualificazioni.

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