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La resa dei conti fra Lega di serie A e Federcalcio

Giovane sì ma non il più giovane dei 16 presidenti che ha avuto sinora la Lega di serie A (una volta unita alla B): Antonio Matarrese, ad esempio, aveva 42 anni quando fu eletto nel 1982. Lorenzo Casini, eletto ieri, di anni ne ha 46: professore di diritto amministrativo, uno dei tanti allievi di Sabino Cassese, presto lascerà la carica di Capo di gabinetto del Ministero della Cultura per dedicarsi unicamente alle Lega di serie A. E' stato votato da 11 club, il minimo previsto dalle norme. La Lega di Salvini si è preoccupata perché ha visto dietro a questa elezione un successo del Pd (visto che Casini sta con Franceschini) ma non risulta che Lotito sia vicino al Pd, visto che si era candidato con Forza Italia. No, la politica stavolta c'entra ben poco: e non è un male. C'entra invece la volontà di chi ha eletto L. Casini di andare contro la Figc di Gravina, con cui lo scontro (la parola guerra non si può certo usare) è arrivato ormai ai massimi livelli.

Milan, Torino, Inter, Roma, Juventus, Sassuolo e c. non volevano questo candidato: aspettavano l'ennesima fumata nera per proporre Andrea Abodi che stava più che bene anche a Malagò e Gravina. Ma Lotito e De Laurentiis sono stati più veloci, e più bravi, e hanno chiuso subito la partita a loro favore. Inoltre, se l'avesse spuntata Abodi, che certo aveva i titoli, non avrebbe potuto andare, se non come invitato e senza diritto di voto, in consiglio federale della Figc. Il motivo? Limite ai mandati. La Lega di A così avrebbe avuto due soli consiglieri, Lotito e Marotta. Stesso problema si porrà il 21 marzo quando Giancarlo Abete, unico candidato, sarà eletto presidente della Lega Nazionale Dilettanti: ma i "Dilettanti" hanno cinque consiglieri e sono tutti con Gravina. Che farà invece la Lega di A con L.Casini? Si metterà contro il presidente federale atteso dagli spareggi mondiali? Gravina è ancora saldo in sella (a differenza di Tavecchio che fu costretto a dimettersi perché tradito dalla sua Lega, quella Dilettanti) e ha già detto che non ha alcuna intenzione di lasciare anche in caso di eliminazione. Si vedrà.

Essendo un giurista L.Casini si occuperà soprattutto di norme: legge 91 sul professionismo, legge Melandri, stadi, ristori, eccetera. Obiettivo dichiarato, ma non certo nuovo, aumentare i ricavi e ridurre i costi. La scelta di Casini si innesca in un periodo non facile fra la Lega e la Figc. Lunedì altra assemblea d'urgenza dei venti presidenti di serie A: all'ordine del giorno un incontro con il commissario ad acta, il professor Giovanni Terracciano, nominato dalla Figc per la riforma dello Statuto nei punti che riguardano le maggioranze per le votazioni. Non è stato trovato l'accordo, e difficilmente sarà trovato lunedì. Il 15 marzo scade quindi il termine del mandato del commissario, e per il giorno dopo la Figc ha convocato un consiglio federale che all'ordine del giorno ha tra l'altro la discussione proprio sulla modifica dello statuto da parte della Lega di A. Toccherà a Terracciano riscrivere queste norme già approvate dalle altre Leghe professionistiche.

Mercoledì, come detto, consiglio federale a Roma: tra gli argomenti all'ordine del giorno c'è anche l'elezione di un vice presidente (prima c'era Dal Pino, alleato di Gravina: ora toccherà a Francesco Ghirelli ma la Lega di A rinuncerà a L. Casini? Si andrà ai voti). In più, è in ballo la questione delle "licenze nazionali stagione sportiva 2022/2023": ed è qui che lo scontro fra Lega e Figc è arrivato ai massimi livelli. I presidenti hanno già fatto sapere a Gravina che non vogliono cambiare le norme a stagione in corso e soprattutto non vogliono dover mettere mano al porfafoglio per rispettare indici di liquidità più severi per potersi così iscrivere alla prossima stagione. Su questo pare che siano molto più uniti rispetto a quanto è successo con la scelta del presidente. Anzi, l'avvocato Leandro Cantamessa, storico consulente del Milan, ha suggerito ai club di non presentare la "trimestrale", impedendo così i controlli della Covisoc. Sarebbe l'atto estremo dello scontro, una vera rottura fra la Lega di A che vuole contare più del 12 per cento attuale e il presidente Figc. Gravina, con questa mossa, ha voluto blindare la sua leadership, in un momento davvero delicato per tanti motivi. Mossa rischiosa certo ma il n.1 del calcio non ha alcuna intenzione di tornare indietro. Perché il suo obiettivo, se glielo consentiranno, è quello di dare credibilità e stabilità al sistema-calcio.

De Siervo e Butti in Usa per la "serie A Cup"

Andrea Butti, head of operations della Lega di serie A, è già negli Usa, fascia Est. Presto lo raggiungerà anche Luigi De Siervo, amministratore delegato più che mai in sella anche in questi tempi così travagliati (De Siervo gode della piena fiducia dei presidenti e fu eletto due volte, in prima votazione, con 15 preferenze). Negli Usa, De Siervo e Butti si occuperanno del progetto della serie A Cup da disputare durante i Mondiali del Qatar, a prescindere che ci sia l'Italia o meno (vedi Spy Calcio del 4 marzo). I club medio-piccoli sono entusiasti, quelli grossi un po' meno. Si cerca una soluzione che stia bene a tutti. De Siervo a New York visiterà anche la sede della Lega inaugurata da poco e si occuperà dei problemi di diritti tv. Lunedì si collegherà con l'assemblea.

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