"Io il 31 comunque voglio passare la mano perché ho un incarico importante come comandante del Covi e mi voglio dedicare a quello. Penso di aver fatto la mia parte, ho visto cose belle e cose meno belle ma basta così. Sono un tecnico e voglio rimanere un tecnico". A due settimane dalla fine dello stato di emergenza il commissario straordinario nominato dal governo Draghi (e comandante del Covi), Francesco Paolo Figliuolo, è pronto a lasciare. Lo annuncia lui stesso a Libri Come, in corso all'Auditorium Parco della Musica di Roma.
Da una emergenza all'altra, Figliuolo ha poi parlato dell'Ucraina: "Al Covi – ha detto – c'è un team di crisi che è permanente, attivato per seguire l'evoluzione. Sin dall'inizio della crisi sfociata in una guerra di aggressione l'Italia ha monitorato la situazione e la Difesa ha incrementato le misure di sorveglianza e vigilanza. C'è un'interlocuzione continua con Lorenzo Guerini (il ministro della Difesa, ndr) e Giuseppe Cavo Dragone (capo di Stato Maggiore della Difesa, ndr) con cui seguiamo costantemente l'evolversi della situazione".
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"A livello della Nato sono state date tutte le predisposizioni per mettere in campo i piani graduati di risposta che sono cinque che vanno da tutta la parte est fino a sud est, quindi dai paesi Baltici alla Turchia. Questo ci pone in una fase di deterrenza – ha aggiunto il comandante – Abbiamo incrementato tutto il nostro dispositivo e la prontezza delle nostre forze terrestri, aeree e navali. Per esempio, dal punto di vista militare, abbiamo raddoppiato il dispositivo di vigilanza aerea in Romania e messo in campo le misure di risposta alla crisi così come arrivano per il tramite del consiglio dell'alleanza atlantica e del comandante supremo della Nato. Questo dal punto di vista militare".Original Article
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