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Venti ciclisti ucraini sbarcati in Italia: “Grazie, siete la nostra salvezza”

I ragazzi sono arrivati. Ventiquattro persone, 20 atleti e 4 tecnici delle nazionali di ciclismo dell’Ucraina, volati dalla Turchia a Fiumicino per trovare serenità e un posto sicuro dove stare. Con gli occhi pieni di malinconia, le tutte giallo grano e azzurro cielo, i pensieri lontanissimi, i “grazie” pronti, pronunciati nella loro lingua e tradotti in italiano da un commosso Volodomyr Bileka, ex velocista degli anni Novanta, un passato nell’Amore&Vita, ora di casa a Pistoia. Dopo aver ricevuto l’SOS, la giornalista Francesca Monzone ha coinvolto la Federciclismo, di cui è bike ambassador, la Israel-Premier Tech e la Regione Abruzzo. Gli ucraini erano in ritiro ad Antalya. La salvezza è arrivata al termine di febbrili telefonate. Alloggeranno a L’Aquila, nelle palazzine del progetto CASE, le unità abitative costruite per dare un tetto agli abruzzesi colpiti dal terremoto del 2009. Resteranno in Abruzzo “finché lo vorranno” spiega l’assessore regionale allo sport Guido Liris.

La guerra da lontano

Il dramma, anche se vissuto da lontano, risuona nei racconti degli atleti. "Diciamo grazie all'Italia. Siamo vivendo un momento davvero molto difficile – ha raccontato Valeriya Kononenko, 31 anni, 15ª all’ultimo Mondiale a cronometro, originaria del Donbass – i miei genitori sono a Donetsk, dove la situazione è molto critica; sono riuscita a sentire mia madre e mia sorella, ma tre giorni fa; perché i collegamenti sono quasi nulli. Per ora so che sono vivi e questa è la cosa più importante. Siamo molto scioccati, non sappiamo come agire, cosa fare, che futuro ci aspetta, se e quando potremo rivedere i nostri familiari".

"Ringrazio tanto l'Italia, l'Abruzzo, la Federazione ciclistica italiana che ci hanno permesso questo – ha detto Denis Khotulov, 19 anni, di Cherniiv – Peraltro ho già gareggiato in questo Paese e conosco la gente, è aperta e solidale; ci daranno un grande aiuto, ne sono certo". Sergiy Grechyn, 42 anni, è uno dei tecnici ed è l’uomo che ha lanciato l’SOS: "Dalle ultime informazioni che ho – ha raccontato – so che i miei famigliari stanno vivendo praticamente sotto terra, nascosti. Spero che riescano a sopravvivere e di rivederli presto".

La Federciclismo ha studiato una norma ad hoc, che permetterà loro di gareggiare in corse nazionali e di accasarsi in team italiani. La nazionale ucraina potrà correre in gare regionali elite, U23 e juniores.

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