Un bunker improvvisato, un giaciglio di fortuna, un sacco a pelo e il figlio neonato sul petto ben stretto tra le mani. Bohdan Tsymbal solo un mese fa difendeva i colori dell'Ucraina alle Olimpiadi di Pechino nel biathlon, ora è il simbolo di un paese completamente stravolto dalla guerra.
Ad appena 24 anni, Tsymbal è passato in pochi giorni dalla gioia di un nono posto ai Giochi invernali alla paura del conflitto con la consapevolezza di dover difendere in qualsiasi modo il suo oro più grande, la sua famiglia. Il ricordo di Pechino sembra ormai lontano anni luce, cancellato dalle bombe che da due settimane attanagliano l'Ucraina e la sua Sumy, divenuta una delle città simbolo della resistenza e tra le più martoriate dall'offensiva russa. Appena un mese fa Vladimir Putin se ne stava sugli spalti dello stadio di Pechino ad assistere alla cerimonia d'apertura dei Giochi, ora sta bombardando il suo Paese.
Il Parlamento ucraino, sul proprio profilo twitter, ha pubblicato questa foto con la didascalia dai contorni sarcastici: "Buona notte, Europa! Sogni dolci e tranquilli". Tsymbal ha gareggiato in due prove individuali (55° nella 20 km e 66° nella 10 km) e nella staffetta (9°). Poi è tornato in patria per unirsi alla sua famiglia mentre le truppe russe si ammassavano ai confini. Ora è lì, sotto le bombe. Le Olimpiadi di un mese fa appartengono ad un'altra era geologica.
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