PERUGIA – Dalla piazza alle carte bollate, in Umbria e nelle Marche la battaglia in difesa della legge sull'aborto si combatte ancora una volta sulla pillola abortiva Ru486. Al centro di due diffide inoltrate l'8 marzo alle amministrazioni di centrodestra che governano le due regioni, c'è la mancata applicazione delle linee di indirizzo sull'interruzione di gravidanza con il metodo farmacologico, emanate dal ministero della Salute ad agosto 2020.

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