Il lungo viaggio della sula è terminato sulla spiaggia di ponente della riviera di Milazzo, sulla costa settentrionale della Sicilia, a pochi chilometri da Messina. L’hanno ritrovata i volontari di Marevivo durante le attività di educazione ambientale. E in attesa di comprendere le cause del decesso lo scatto, condiviso sui social dal biologo Carmelo Isgrò, direttore del MuMa-Museo del Mare di Milazzo, ha catturato l’attenzione del web soprattutto per un dettaglio: l’uccello marino (Morus bassanus il nome scientifico) aveva alla zampa un anello identificativo.
Era stato inanellato, probabilmente da pulcino, dal team del Museo di Jersey, sulla più grande delle isole del Canale della Manica, tra il Regno Unito e la Francia. Dal codice, già inviato in queste ore al Museo, arriveranno dunque preziose informazioni sull’esemplare, mentre un esame più attento della carcassa, che era tuttavia in avanzato stato di decomposizione, potrebbe aiutare a stabilire il motivo della morte. “Inquinamento da plastiche o idrocarburi e catture accidentali sono le principali cause dei decessi delle sule inanellate recuperate nei mari italiani, il 71% delle quali ritrovate morte”, spiega l’ornitologo Rosario Balestrieri.
Non sorprende, invece, la lunga distanza percorsa dell’uccello: le sule si riproducono nell’area che comprende le coste dell’Atlantico settentrionale, per poi svernare – percorrendo distanze talvolta superiori ai tremila chilometri – nel Mediterraneo, dove gli individui giungono soprattutto sul finire dell’autunno attraversando lo stretto di Gibilterra. La popolazione svernante, che è stimata in diverse migliaia di individui, lascerà il Mediterraneo durante il mese di marzo: la sula ritrovata a Milazzo avrebbe con ogni probabilità iniziato il suo viaggio verso l’Atlantico a giorni.
di GIACOMO TALIGNANI
“In epoca preistorica – annota Balestrieri – le sule risultavano ben insediate in Mediterraneo, dove oggi si riproducono in modo occasionale, in particolare nelle isole di fronte la costa marsigliese e in unico singolare caso che riguarda una coppia a Porto Venere, sul mar Ligure”. Il caso della sula di Portovenere aveva destato molta attenzione: il nido era stato fatto su una barca, protetta anche dagli abitanti del posto, ma il pulcino non era sopravvissuto. Gli individui inanellati segnalati in Italia negli ultimi anni (per un totale di 26) provengono in larga parte dal Regno Unito e in casi sporadici dalla Norvegia.
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