PORTO CERVO – I russi, che diavoli. Mille ne pensano, anche di imbavagliare i loro lavoranti come questo Gigi, giardiniere fisso in grande tenuta di oligarca innominabile: "Vorrei urlare contro il padrone, mi ha appena licenziato, quello str…", dice sulla strada per Porto Cervo, appoggiato al furgone con scale e attrezzi e schiumante rabbia. "Mi chiamano venerdì: la proprietà è sotto sequestro, il tuo contratto si ferma lunedì".

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