MILANO – Ore 11:24. Dopo il forte rimbalzo della vigilia, con i mercati europei che hanno riguadagnato oltre 400 miliardi di capitalizzazione, gli scambi del Vecchio continente si muovono di nuovo al ribasso. Dopo le prime battute, Milano estende il segno negativo e scende del 2,44% con le banche (ieri protagoniste delle risalita) che sono nuovamente le più pesanti.
Due titoli di rilievo – Banca Intesa e Unicredit – sono finiti in asta di volatilità a causa di perdite superiori al 3%. Come è già capitato dopo l'invasione dell'Ucraina per mano della Russia, il titolo di Leonardo – società impegnata anche nel settore della difesa – si mette in grande evidenza. Oggi il rialzo sta sfiornando quota 2%.
Le Borse europee – con Milano – estendono le perdite dopo l'incontro in Turchia tra Lavrov e Kuleba, ministri degli Affari Esteri di Russia e Ucraina, che non ha registrato alcun progresso. Parigi arretra del 2,25%, Francoforte registra una flessione del 2,27%. Solo Londra registra un rosso inferiore all'1%, dello 0,91%.
Il dilemma della Bce
Momento complesso per Christine Lagarde, la presidente della Bce, che deve tenere insieme da una parte il percorso di uscita dagli stimoli straordinari delineato per far fronte all'inflazione galoppante e dall'altra la crisi in Ucraina che avrà un impatto sulla crescita dell'Europa, senza contare le tensioni che sta scatenando sulle materie prime e dunque la nuova ondata di rincari che ha come epicentro l'attacco a Kiev.
Mantenere il più possibile "l'opzionalità" da parte di Lagarde è il suggerimento che ricorre spesso nei report delle banche d'affari: significa lasciarsi aperte tutte le porte, mantenere un atteggiamento flessibile in attesa degli eventi (Philip Lane, ricordano da La Francaise AM, ha detto chiaramente che "la Bce non avrà una risposta definitiva sull'impatto della guerra questa settimana"). Certa, invece, una revisione al rialzo delle stime dell'inflazione e al ribasso sulla crescita.
"Le proiezioni macroeconomiche aggiornate – pronostica Generali Investments, ad esempio – mostreranno un forte spostamento dell'inflazione attesa per il 2022 (dal 3,2% al range 5,5% – 6% a nostro avviso), mentre le corrispondenti aspettative di crescita dovranno essere riviste (dal 4,2% ad almeno circa il 3% a nostro avviso)". Il tutto mentre le previsioni di inflazione scontate dal mercato "sia a medio che a lungo termine si sono distaccate dalla soglia del 2%. Il Consiglio Direttivo si muove quindi sempre più verso una situazione che Panetta ha definito "brutta inflazione", ovvero un disancoraggio delle aspettative di inflazione".
Secondo gli analisti Lagarde dovrebbe rimandare ogni decisione finale sulla chiusura del Quantitative easing, il programma d'acquisto di titoli: "L'incertezza è così alta che non ci sono ragione perché la Bce si impegni fermamente a fare alcunchhé", ha detto Frederik Ducrozet di Pictet wealth management al Ft. Il rischio di stagflazione (crescita bassa e inflazione alta) è dietro l'angolo. "Gli acquisti netti di obbligazioni nell'ambito del PEPP (il programma anti-pandemia) potrebbero essere sospesi il mese prossimo come previsto e potrebbe essere comunicato un programma per la fine degli acquisti netti nell'ambito dell'APP (il quantitative easing "normale").
Poiché le pressioni del mercato del lavoro sull'inflazione di base si mantengono contenute, la BCE non ha ancora fretta di alzare i tassi. Non ci aspettiamo il primo rialzo dei tassi prima di dicembre, compatibilmente con gli sviluppi del conflitto", ha detto Sylvain Broyer, capo economista per l'Europa di S&P. Anche per Bloomberg Economics resta valida la roadmap dello stop agli acquisti nel trimestre finale dell'anno e un primo incremento del costo del denaro di 25 punti base a dicembre.
Tokyo recupera il rally
Sono in calo i future delle Borse europee, dopo la seduta scoppiettante di ieri e in vista della riunione della Bce. Quelli sull'Eurostoxx 50 cedono lo 0,32% mentre quelli sul Dax lo 0,23%. I future sull'Ftse100 di Londra, invece, sono in rialzo e avanzano dello 0,36%. Il mercato azionario comunque, sottolineano gli analisti, è caratterizzato in questi giorni da una forte volatilità. Oltre a Bce e dati Usa, si guarda alla Turchia dove ci sono il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba e quello russo Sergei Lavrov, che oggi si incontreranno a Antalya. E' la prima vota che Mosca invia un ministro per colloqui sulla crisi.
In mattinata la Borsa di Tokyo ha segnato il maggior rialzo giornaliero (+3,94%) dal dicembre 2020, prendendo spunto dal recupero degli indici azionari Usa. Ieri sera, infatti, Wall Street ha chiuso in forte rialzo con il Nasdaq che ha guadagnato il 3,59% e il Dow salito del 2%.
Le Borse cinesi chiudono la seduta in territorio positivo sulla scia dei guadagni di Wall Street e dei listini europei, e dei prezzi ragionevoli del petrolio: l'indice Composite di Shanghai guadagna l'1,22%, a 3.296,09 punti, mentre quello di Shenzhen mette a segno un progresso del 2,12%, a quota 2.160,94.
Occhi puntati sempre sul comparto energetico. Il petrolio rialza leggermente la testa dopo i forti cali registrati ieri dopo che l'Opec ha aperto ad un aumento dell'offerta e l'Aie ha fatto capire che potrebbe attingere nuovamente alle riserve strategiche. Ieri il Wti aveva chiuso al Nymex a 108,7 dollari al barile, mentre il Brent era arretrato del 13% – maggior calo percentuale da aprile 2020 – a 111 dollari al barile. I prezzi avevano toccato i minimi della sessione dopo che il Financial Times ha scritto che Yousef al-Otaiba, l'ambasciatore degli Emirati Arabi Uniti a Washington, ha affermato che il paese è favorevole ad un aumento della produzione. Stamane sui circuiti elettronici, il barile americano WTI passa di mano a 109,02 in rialzo dello 0,29% mentre il barile Brent avanza a 112,52, con un incremento dell'1,24%.
Nel valutario è in leggero calo l'euro sul dollaro venendo scambiato a 1,1057 dollari, dopo essere balzato ieri dell'1,6%, la sua migliore seduta dal giugno 2016, e dopo che nei giorni scorsi la valuta comune aveva toccato un minimo di 22 mesi a 1 dollaro. Sullo yen la moneta unica è stabile a 128,30. Dollaro/yen a 116,02. Frena il Bitcoin, che torna sotto i 40mila dollari, dopo il balzo di ieri legato all'annuncio del governo statunitense di voler sistematizzare la normativa del settore, affianco all'impulso per sviluppare il dollaro digitale. Una mossa che è stata vista nell'ambiente non in ottica punitiva, ma di sviluppo sostenibile.
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