Il giudice del lavoro del Tribunale di Taranto Giovanni De Palma ha rigettato l'opposizione presentata da Acciaierie d'Italia, confermando l'ordinanza del luglio dello scorso anno, con la quale disponeva il reintegro di Riccardo Cristello, il tecnico di controllo costi che era stato licenziato l'8 aprile 2021 per aver condiviso su Facebook uno screenshot che invitava alla visione della fiction Svegliati amore mio, che affrontava il tema delle conseguenze sanitarie e ambientali di un'acciaieria.
di
Cenzio Di Zanni
Secondo il giudice De Palma, il licenziamento per giusta causa è illegittimo. L'azienda sosteneva che nel post contestato ci fosse "la volontà di astrarre il fatto narrato dalla fiction dal contesto di tempo e luogo di fantasia volutamente individuato dagli autori della stessa, per ricondurlo alla attualità (anche degli assetti proprietari) della realtà territoriale di Taranto e del suo stabilimento siderurgico, in un continuum temporale".
di
Gino Martina
Per il giudice, invece, "sulla scorta di quanto meglio argomentato all'esito della fase sommaria, è, in conclusione, da escludere che la coniugazione al presente delle voci verbali impiegate nel post valga ad attualizzare la vicenda storica in esso specificatamente richiamata".
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Gino Martina
Cristello, difeso dall'avvocato Mario Soggia, era già rientrato al lavoro nove mesi fa, ma pendeva la conclusione del procedimento al Tribunale del lavoro. Per il legale "si tratta di un successo perchè anche nella fase della cognizione piena il Tribunale ha evidenziato l'assoluta illegittimità del licenziamento". A fronte del giudizio di primo grado, l'azienda aveva rilevato che "il magistrato adito ha accertato la natura offensiva delle espressioni utilizzate dal signor Cristello (tra le altre, "assassini")" pur precisando che "l'attacco verbale operato dal signor Cristello fosse in realtà riferito alle precedenti gestioni dello stabilimento siderurgico tarantino".
Acciaierie d'Italia annuncia che ricorrerà in appello contro il provvedimento del giudice. Nella fase sommaria, sostiene Acciaierie d'Italia, "il magistrato aveva accertato la natura offensiva delle espressioni utilizzate dal signor Cristello (tra le altre, 'assassini').
Inoltre, aveva confermato sia l'ascrivibilità certa al dipendente del post pubblicato, sia l'assenza di intenti ritorsivi da parte dell'azienda, sia l'applicabilità a carico del dipendente dell'obbligo di fedeltà a prescindere dalla tipologia degli strumenti di comunicazione adoperati".
Il giudice, dichiara inoltre l'azienda, "aveva motivato il provvedimento di reintegra ritenendo che l'attacco verbale operato dal signor Cristello fosse in realtà riferito alle precedenti gestioni dello stabilimento siderurgico tarantino, indipendentemente dal fatto che le voci verbali impiegate fossero coniugate al presente".
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