C'è Toni Servillo con pizzetto d'ordinanza, papillon e cappello e ci sono Ficarra e Picone con inediti baffoni d'altri tempi. Siamo nel 1920, l'anno in cui è ambientato il nuovo film che Roberto Andò ha girato la scorsa settimana a Palermo. Il titolo è "La stranezza". Set all'Archivio della Gancia e poi a Palazzo Ajutamicristo e a Palazzo Branciforte. Servillo interpreta Luigi Pirandello che durante un viaggio Onofrio Principato e Sebastiano Vella, alias Salvo Ficarra e Valentino Picone, due teatranti che stanno provando con la loro compagnia filodrammatica un nuovo spettacolo. L'incontro fra il grande drammaturgo e i due attori dilettanti provocherà un corto circuito di sorprese.
Il grande attore napoletano indossa così una nuova maschera, quella del premio Nobel siciliano, che si arricchisce il suo carnet di interpretazioni di personaggi realmente esistiti. Diretto da Paolo Sorrentino, infatti, Servillo è stato "Il divo", ovvero Giulio Andreotti, un grottesco uomo di potere nella cabina di regia dell'Italia capace di affrontare anche l'enorme onda d'urto del processo per mafia. E sempre con Sorrentino ha dato il volto a un Silvio Berlusconi, in "Loro" impegnato a comprare voti e senatori, a gestire un rapporto coniugale che cominciava a conoscere la crisi, a incontrare vagonate di ragazze compiacenti, a sviluppare i suoi affari nella sua villa di superlusso in Sardegna: trucco, accento milanese da "cumenda" e un mestiere enorme. Ma Servillo è stato, con la regia di Mario Martone, Eduardo Scapetta in "E io rido", capocomico e patriarca di irresitibile vitalità, e Giuseppe Mazzini nel film, sempre di Martone, "Noi credevamo", dedicato al Risorgimento italiano.
Anche stavolta la somiglianza col personaggio, testimoniata dalla foto, è impressionante: Servillo si cala nei panni di Pirandello che si imbatte in due improbabili alfieri del suo mondo, il teatro. Prodotto da Bibi Film, Tramp, Medusa e Rai Cinema, il film vede anche le partecipazioni di Renato Carpentieri, Donatella Finocchiaro, Luigi Lo Cascio, Galatea Ranzi e Fausto Russo Alesi.
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