L’incendio scoppiato in una fabbrica nella città di New York all’inizio del ventesimo secolo ha fatto crollare il muro di silenzio e indifferenza verso le storie delle vite degli operai—soprattutto donne e ragazze—e la loro lotta per la giustizia; storie che spesso vengono seppellite dalla coltre dell’oblio. Da New York alla California, dall’Italia al Bangladesh, la gente ricorda le 146 vittime di quella fabbrica di camicette alla moda del Triangle: il maggior disastro accaduto su un posto di lavoro nella città di New York, prima dell’undici settembre. La maggior parte delle vittime erano donne e ragazze, alcune appena quattordicenni, ebree emigrate dall’Europa orientale e italiane emigrate dal Sud, soprattutto la Sicilia; molte di loro si trovavano negli Stati Uniti da meno di un anno quando le loro vite sono state drasticamente spezzate dall’avidità dei meccanismi del capitalismo.
Con il nostro libro, Talking to the Girls: Intimate and Political Essays on the Triangle Shirtwaist Factory Fire vogliamo mostrare come queste operaie siano oggi onorate, e come le loro storie abbiano ispirato e persino forgiato vite altrui. Scrittori, artisti, attivisti, studiosi, e insegnanti ci raccontano quando e dove hanno sentito per la prima volta la chiamata delle lavoratrici del Triangle e in che maniera quel richiamo abbia influenzato le loro vite, il loro lavoro, le loro comunità. Talking to the Girls non è un libro sui fatti di cronaca sull’incendio, ma si concentra sui modi attraverso cui l’incendio del Triangle continua a richiamare la nostra attenzione. Esso non racconta le storie dei lavoratori e delle lavoratrici, o perlomeno non soltanto; le loro storie sono ricordate, rievocate e riportate alla luce da un passato lontanissimo e spesso oscuro. Queste storie sono inoltre intrecciate a quelle di vari personaggi: un figlio, un nipote, una nipote, una pronipote, un’insegnante, una studiosa, una storica della lotta di classe, una scrittrice, una poetessa, un architetto, una sindacalista, un’attivista.
La prima antologia sull’incendio, Talking to the Girls illustra le diversità di voci ed esperienze all’interno della communita emersa dalle ceneri del Triangle, una comunità che trascende confini di tempo, spazio, nazionalità, etnia e razza, il genere e la classe.
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Nello spirito che dà animo a gran parte dell’opera politica, artistica e letteraria ispirata dalla storia dell’incendio del Triangle, Talking to the Girls risulta essere un testo polifonico. Da antologia, contiene le voci di una comunità ampia e diversificata che ha accettato la responsabilità etica verso la memoria delle operaie. Talking to the Girls ci presenta la molteplicità e la creatività dell’attivismo che l’incendio del Triangle, ancora oggi, all’inizio del ventunesimo secolo, riesce ad ispirare. Molti dei saggi inclusi sono il risultato di riflessioni sulle diverse forme di attivismo.
Molti di noi, che abbiamo contribuito alla realizzazione di questo libro, ci siamo incontrati per la prima volta in occasione della cerimonia annuale di commemorazione, convegni, spettacoli, dimostrazioni in strada, riunioni di quartiere, o leggendo vicendevolmente i nostri contributi sull’argomento. È capitato poi che, da un semplice incontro, sia nata una meravigliosa collaborazione durata una vita intera. La nostra motivazione era di creare una raccolta di saggi personali che emergessero dalle esperienze di collaborazione in seno alla comunità legata alla storia dell’incendio del Triangle. Il senso di collaborazione ha sostenuto ogni fase e ogni aspetto della produzione di questo libro: dalla scelta di fare un’antologia, agli scambi intensi con gli autori che hanno scritto saggi – contributi tutti dotati di una propria integrità ma sempre in dialogo l’uno con l’altro — fino alla nostra intervista con l’attivista Kalpona Akter che conclude il libro, e alla scrittura a quattro mani dell’introduzione e dell’epilogo.
Noi, in qualità di curatrici del libro, abbiamo intrapreso la redazione come femministe, studiose, insegnanti, donne con un passato migratorio che ci lega all’Italia. Edvige è un’emigrata di prima generazione e Mary Anne è la nipote di emigrati. Il nostro interesse per la storia del Triangle è iniziato in periodi e luoghi diversi: per Edvige nel 1977, quando, ancora adolescente, parlava già dell’incendio in uno dei primi episodi di un programma radiofonico femminista del quale si occupava nella sua città natale in Sicilia e poi, l’anno dopo, quando partecipava alle dimostrazioni femministe nelle strade di Catania. Per Mary Anne, invece, è cominciato tutto nella sua casa di Long Island mentre ascoltava i racconti di sua madre, anch’ella operaia in una fabbrica di abbigliamento, e alla scuola media, dove apprendeva della storia del Triangle sul finire degli anni Settanta.
Quando abbiamo cominciato a parlare di questo libro nel 2015, erano oramai decenni che ci occupavamo dell’incendio. Questo libro non è altro che il corollario di quei decenni di intenso lavoro; lavoro che non abbiamo fatto da sole, ma nel quale siamo sempre state supportate da tutti quelli che, come noi, condividono l’impegno nel ricordare le donne e le ragazze del Triangle e nel voler riaffermare che la loro morte di “ieri” è ragione del nostro impegno politico di “oggi”.Original Article
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