"Non possiamo pemetterci di tornare ad un patto di stabilità come lo abbiamo conosciuto: perché quello era un patto di grande stabilità e di scarsa crescita". A dirlo, in conferenza stampa, è Giuseppe Conte, commentando la decisione presa nei giorni scorsi dall'Unione europea rispetto alla sospensione del patto di stabilità fino al 2023 (per evitare che la ripresa economica collassi con gli effetti della guerra in Ucraina). Il presidente del Movimento 5 Stelle ha anche affrontato la questione della crisi energetica e ha sottolineato: "Credo sia cosi seria e pesante che una crisi di governo sia assolutamente impensabile e assolutamente irresponsabile". E parlando della riforma del catasto approvata ieri, ha precisato: "Non permetteremo mai una tassa sugli immobili. Se ci siamo noi questo non succederà".
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dal nostro corrispondente
Claudio Tito
Tornando alla revisione del patto di stabilità, Conte ha chiarito: "Faremo di tutto per dare un contributo perché alla fine nella rivisitazione integrale si possa pervenire ad un patto di crescita nel segno diella stabilità, invertendo cioè i termini". L'Unione europea, ha proseguito, deve "trasformare le avversità in capacita e reagire, in modo unitario, con una visione programmatica: bisogna agire per anticipare gli obiettivi di sostenibilità: diceva Keynes che la sfida intellettuale non sta nelle idee nuove ma nel rifuggire da quelle vecchie: ecco noi dobbiamo rifuggire le vecchie logiche dell'austerity".
La principale proposta del leader del Movimento 5 Stelle passa dunque per la revisione del debito. "Non deve più valere – sostiene – la regola del 3% del debito-Pil". Conte ha infatti spiegto: "Durante il mio ultimo governo il debito è aumentato in modo drastico per superare le emergenze: poi grazie alla crescita del Pil dello scorso anno il debito è stato di 3 punti in meno rispetto alle previsioni e addirittura di 5 punti in meno rispetto al 2020. Quindi – ha concluso – non bisogna essere dei maghi, basta il buionsenso, siamo in compagnia con grandi economisti che dicono che per far scendere il debito bisogna agire prima per far salire il Pil. Quindi dico: non più regola del 3% del debito/Pil".
Incontrando i giornalisti alla Camera, il 5S ha affrontanto anche la questione del caro energia e la crisi del provocata dalle sanzioni contro la Russia. "La domanda di gas – ha spiegato Conte – crescerà e le tensioni internazionali non finiranno domani. Se abbiamo coraggio dobbiamo reagire a livello europeo in modo unito e con una visione programmatica per anticipare gli obiettivi di sostenibilità".
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di
Serenella Mattera
Ma quali sarebbero le soluzioni possibili? "Con un progetto di energia globale a livello europeo – dice l'ex presidente del Consiglio – possiamo affrontare questa crisi e rispondere con misure sul piano interno, tasse sugli extra profitti e un piano immediato e massiccio di investimento in fonti rinnovabili. Così possiamo raggiungere l'obiettivo, essenziale, della autonomia e diversificazione delle fonti di energia e di approvvigionamento non solo per l'Italia ma per l'Europa".
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