"Erano le 4,30 di giovedì, ci hanno svegliato i rumori delle bombe e abbiamo capito che dovevamo andarcene. Il cielo era cupo quel giorno (24 febbraio, ndr), lì vicino a Irpin, a 20 chilometri dal centro di Kiev. Vedevamo i flash continui nell'aria ma niente di più, sentivamo solo i frastuoni delle bombe e degli aeroplani. Mi sono molto spaventato, non avremmo visto neanche un missile arrivare con quel cielo.

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