«Una volta, andavo nelle classi e le bambine mi dicevano di voler diventare come Ronaldo o come Del Piero. Adesso mi fanno i nomi di Barbara Bonansea e di Cristiana Girelli. È segno che i tempi stanno cambiando e che il calcio femminile sta prendendo sempre più campo e sempre più importanza » . Martina Carpi lo dice con grande soddisfazione, anche perché lei del calcio femminile è un simbolo. Ha iniziato quando aveva sette anni, ora ne ha ventitré, sono cambiate in meglio moltissime prospettive e, soprattutto, Martina da un paio di anni può vantare un primato a livello nazionale: quello di essere la più giovane allenatrice di calcio in tutta Italia, per quanto riguarda una società professionistica. Dal 2021, infatti, guida il team Under 12 del Genoa Cfc, dove a sua volta è la più giovane tra tutti all’interno dello staff tecnico ( sia uomini che donne).
Con l’avvicinarsi della Giornata Internazionale della Donna, che si celebra domani in tutto il mondo, è giusto raccontare la storia di Martina Carpi, che rappresenta un simbolo e anche un esempio da seguire per molte aspiranti calciatrici: «Le considero tutte mie sorelline — afferma — abbiamo costruito un ottimo gruppo. Se mi chiamano mister? Sì, perché nel calcio usa così. Alcune mi danno del lei, e questo è l’aspetto che mi fa più sorridere».
Martina è originaria di Pegli: «Abito di fronte al “ Signorini”: quando apro le finestre della mia camera, vedo il campo di allenamento. Forse è proprio per questo che è esplosa in me questa grande passione per il calcio, sin da quando ero piccola. Il resto lo hanno fatto mamma Sabrina e papà Franco, due grandissimi tifosi del Genoa » . Essere arrivata a indossare i colori rossoblù, prima come calciatrice ( nel ruolo di portiere) e poi come allenatrice, per Martina è stata quindi una gioia doppia. Ma l’inizio è stato “complicato”: «Quando sono partita a sette anni, non c’erano quasi per nulla squadre di calcio esclusivamente femminili e per lungo tempo ho giocato con i maschi. Soltanto dopo, il movimento si è allargato e anche in Liguria hanno iniziato a nascere i primi sodalizi. Io ho seguito l’epopea del calcio femminile passo dopo passo». Sempre difendendo una porta: « L’ho fatto con il Sestri 2003, poi con il Genoa Grifone, quindi con la Praese e il Molassana. A 14 anni giocavo già in serie B. Poi sono stata a Novi Ligure, alla Lavagnese, al Genoa Women e infine al Genoa Cfc» Martina Carpi continua a essere convocata in prima squadra, dove allenano Marco Oneto e Sonia Manfucci, due tra i suoi maestri: «Mi hanno chiesto in società che cosa avessi voluto fare, e io ho pensato che sarei stata utile come allenatrice. Voglio ringraziare tutto il Genoa e in particolare Santo Bignone, responsabile del settore femminile. Il patentino lo avevo già preso nel 2018. Attualmente posso allenare tutte le giovanili, per fare il passo successivo occorre un altro livello, ma vi posso accedere solamente a ventitré anni compiuti, quindi devo aspettare ancora qualche giorno».
La giovane coach è stata nel giro della Nazionale e ammira moltissimo Rita Guarino, « allenatrice dell’Inter di serie A. È lì che punto ad arrivare, in un calcio femminile che sta guadagnando sempre più seguito, sta riempiendo gli stadi dei campionati maschili, sta conquistando le telecronache sui canali televisivi principali. Era impensabile qualche anno fa: e invece guadate le donne dove possono arrivare, sempre » . Per la cronaca, il suo Genoa è primo in classifica e sabato scorso ha vinto il derby proprio contro la Samp: « Sono soddisfazioni bellissime. Lo sport è la mia vita».
Commenti recenti