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Grandi giardini italiani, le new entry di primavera. C’è anche la Milano che non t’aspetti

A Milano, nel quartiere di Porta Nuova, c’è un’oasi verde nata dalla riqualificazione della zona. È BAM-Biblioteca degli Alberi Milano, un bel giardino botanico pensato per regalare agli abitanti un'esperienza culturale a contatto con la natura. Progettato dallo studio olandese Inside Outside, con il green design del celebre paesaggista-vivaista Piet Oudolf, il parco è sorto anche grazie alla collaborazione della gente del posto, che si è divertita a dare una mano, piantando e zappettando il terreno. Oggi BAM ospita oltre 100 specie vegetali, più di 500 alberi che formano 22 foreste circolari e 135.000 piante erbacee e arbustive, rampicanti, acquatiche, bulbose. Un vero eden di quartiere, dove verde e cultura vanno a braccetto.

Ora la Biblioteca degli Alberi Milano entra a far parte dei Grandi Giardini Italiani, il network dei più bei giardini visitabili in Italia, nato nel 1997 per promuovere e valorizzare i più bei giardini in Italia. Sono cinque le new entry del 2022 e salgono così a quota 147 i Grandi Giardini Italiani, selezionati tra i più famosi nella storia dell'arte e del design, da Villa d'Este a Tivoli, di proprietà dello Stato Italiano, a giardini privati come Villa Bell'Aspetto a Nettuno. La rete offre un itinerario dal nord al sud della penisola, attraverso una selezione di parchi di eccellenza sul piano estetico, paesaggistico, artistico. “Anticamente i giardini erano luoghi di delizia e di cultura dove venivano organizzati concerti, rappresentazioni teatrali e feste, si allestivano spettacolari giochi d'acqua e successioni di fioriture”, racconta Judith Wade, che con passione guida da 25 anni il network. “Mi piace pensare a Grandi Giardini Italiani come una fabbrica della creatività diffusa su tutto il territorio, dove migliaia di persone sono impegnate tutto l'anno nel valorizzare la grande bellezza di edifici, parchi e tenute e nel fornire un valore aggiunto a chi li visita”. Con la primavera alle porte, queste magnifiche oasi si animano di fiori e freschezza, offrendo ai visitatori tante attività, esperienze di svago a contatto con la natura, circondati da arte e cultura, immersi nella bellezza.

Biblioteca degli Alberi, Milano (foto Elena Galimberti – Archivio Grandi Giardini Italiani)

Tra le cinque novità, c’è anche Villa di Montruglio “Pigafetta-Camerini”, sui Colli Berici a 18 chilometri da Vicenza, è uno dei luoghi storici del Veneto. Realizzato dal Muttoni, con statue attribuite al Marinali e affreschi nelle sale di Francesco Aviani, la Villa è immersa in un parco ottocentesco di cedri del Libano, lecci, querce e cipressi. L'intervento recente del paesaggista Ermanno Casasco ha restaurato lo spazio interno della Corte retrostante il portico della Barchessa, rendendolo ancora più interessante. Nella vallata dietro il giardino, c’è anche un ricco vigneto di 10 ettari, che produce i vini del posto.

Vicino Roma, a Nettuno, troviamo poi Villa Bell'Aspetto, progettata nel 1647 dall'architetto Antonio de Rossi. La tenuta era stata comprata negli anni trenta dell'Ottocento da Camillo Borghese e Paolina Bonaparte, che hanno fatto importanti modifiche alla dimora, ma il parco è rimasto lo stesso, tra i boschi e il giardino all'italiana. Più avanti il verde mediterraneo è stato arricchito con specie esotiche, mentre il piazzale principale si è colorati di fiori di ogni tipo.

Ci spostiamo in Liguria per scoprire un’altra acquisizione del network: Villa Rezzola a Lerici. Con l’affaccio sul golfo dei Poeti, nella Liguria di Levante, la residenza ha una strepitosa posizione panoramica: nel tempo ha subito diverse modifiche, soprattutto a partire dal 1900, quando è stata acquistata dagli inglesi Helen Lavinia e William Percy Cochrane. Trentacinque anni dopo è passata ai conti Braida Carnevali, che l'hanno lasciata in eredità al FAI. Il giardino è sviluppato a terrazze, con un roseto, una lunga pergola di glicine, un vasto prato, un bosco di lecci e fiori ovunque.

Molto particolare il Giardino dell'Impossibile, sull'isola di Favignana. Realizzato intorno al 1960 nella villa di famiglia di Maria Gabriella Campo, si sviluppa su quattro ettari di cave dismesse di tufo bianco: nella roccia è stato creato un sorprendente giardino, ricco di piante esotiche e mediterranee, che legano in un unico percorso più cave. Il lavoro di realizzazione è stato enorme, ma il giardino è un omaggio alle pirrere (cave), che hanno rappresentato per secoli la principale attività economica di Favignana, e un ricordo del padre, che in quelle cave aveva lavorato. Appassionata di botanica, la signora Campo ha ampliato la dotazione di verde con collezioni di Hibiscus e plumerie, vasche di acquatiche e ninfee, pelargoni odorosi, alberi esotici di ogni tipo, ovvero un giardino botanico di oltre 500 specie diverse. Vale il viaggio.

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