I pagamenti digitali sono il futuro ma ormai anche il presente. Eppure a Torino c'è chi riesce a fare buoni affari con un simbolo della banca novecentesca: l'assegno. " So che può sembrare paradossale, ma è proprio così: i nostri ricavi sono aumentati", dice Richard Kane, da inizio anno amministratore delegato della Panini. È un'azienda nata nel 1945 a Torino, che ora ha uffici anche in Ohio, Stati Uniti.
Ha iniziato distribuendo macchine per ufficio, poi negli anni 70 ha inventato un copiaeffetti per gestire i documenti cartacei e infine a inizio anni 90 si è lanciata nel settore degli scanner per assegni. Ora li vende in tutto il mondo ed è uno dei tre leader globali nella produzione di questi apparecchi, assieme a Canon ed Epson.
Basta entrare in un ufficio postale italiano per notare che in ogni postazione c'è un dispositivo Panini. Lo stesso vale per le principali banche negli Stati Uniti e in Australia, così come in diversi istituti di Europa, Medio Oriente e America Latina. Il totale fa 40 milioni di fatturato, garantiti dal lavoro di oltre 50 dipendenti che progettano, producono e supportano le periferiche specializzate nell'acquisizione e nella dematerializzazione degli assegni e di altri documenti cartacei.
"Nel 2020 Panini ha superato le limitazioni e le difficoltà legate al Covid grazie all'impegno di tutto il nostro staff" , spiega il presidente Vittorio Levi. Nonostante la pandemia, che tra l'altro ha pure accelerato i pagamenti digitali, l'azienda torinese ha chiuso il 2020 con ricavi consolidati, ebitda e flusso di cassa tutti in crescita. "Questi risultati eccezionali mettono la nostra azienda, ora priva di debiti, nella condizione di investire e di crescere ulteriormente con l'espansione delle soluzioni di identità sicura e con un rinnovato impegno sui mercati internazionali", dice Levi.
Sì, perché tutti alla Panini sanno che l'assegno non ha vita infinita: "Abbiamo stilato una roadmap per crescere a livello tecnologico", racconta Kane, che è arrivato da Canon Solutions per sostituire il "ceo" uscente Michael Pratt e per accelerare proprio sull'innovazione. Quanta vita resta all'assegno bancario? " Difficile indovinare l'anno specifico, anche perché la loro diffusione varia molto tra i vari paesi e tra i vari continenti. Noi ci siamo dati 3- 5 anni per fare in modo che la nostra azienda si renda più indipendente dagli scanner bancari" , dice il manager, che in queste settimane di restrizioni gestisce le operazioni da Atlanta.
Il futuro è fatto di biometria e di dispositivi per il riconoscimento automatico dell'identità dei clienti.
"Ci serviranno nuovi talenti da inserire in azienda e siamo sicuri di riuscire a trovarne a Torino", evidenzia Kane. Anche a questo serviranno gli spazi della nuova sede di via Varallo, quartiere Vanchiglia, dove gli uffici si trasferiranno in aprile. Poi bisognerà aggredire ancora più a fondo i mercati internazionali ed anche per questo arriverà un nuovo manager, Jean-Philippe Ruault, a dirigere gli uffici torinesi, che dovranno presidiare Europa, Asia e America Latina. Perché ci sono ancora milioni di assegni da scansionare nel prossimi anni: "Il mercato è senza dubbio maturo – sotolinea il ceo Kane – ma ci sono opportunità per crescere ancora ".
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