Categories: Prima pagina

“Sotto lo zero”, alta tensione made in Spagna

Da qualche anno la Spagna si è specializzata in un filone di thriller claustrofobici. Con due vantaggi: non costano molto e (se scritti bene) mantengono alta la tensione, rinforzandola col procedere verso la fine. In Desconocido-Resa dei conti il luogo unico dove si svolgeva l’azione era l’abitacolo di una macchina; in Buried-Sepolto, addirittura una bara. Con Sotto lo zero (ora visibile in streaming su Netflix) l’effetto “a porte chiuse” riguarda un furgone blindato per il trasferimento di detenuti da un carcere all’altro. Lo guida, al suo primo trasporto del genere, Martin, poliziotto ligio alle regole molto diverso da Montesinos, che siede al suo fianco. Dietro, in celle singole, sono rinchiusi sei delinquenti di diverso peso: dal capo di una gang romena al ladruncolo, a un “ragioniere” in affari sporchi.

Durante il viaggio notturno in una località gelida e coperta di neve, il veicolo subisce un’aggressione non si sa da chi; la scorta è massacrata, Montesinos ferito, Martin e i detenuti restano in balìa di un cecchino misterioso, che ha un lugubre conto da regolare con il giovane malvivente Nano. Oltre a essere ostaggi di costui, i passeggeri si devono guardare da un altro nemico insidioso: il freddo polare. Eccetto la parte iniziale in esterni, tutto si volge dentro il furgone; e qui due elementi (entrambi attribuibili al regista e sceneggiatore Lluìs Quìlez) giocano a favore di Sotto lo zero, perché calamitano l’empatia dello spettatore senza infliggergli un attimo di noia: la grande abilità nello sfruttare lo spazio ristretto del furgone e una screenplay ricca di colpi di scena, che sa come aggirare le previsioni dello spettatore prendendo direzioni inaspettate. L’aggressore chiama in aiuto gli elementi della natura, usando prima il fuoco poi l’acqua, in una sequenza spettacolare su un fiume ghiacciato realizzata grazie a un difficile lavoro (e senza stuntmen).

Dura e potente, pur con qualche insistenza di troppo, la scrittura cinematografica ricorda – felice idea – la grande trilogia western di Howard Hawks: nel microcosmo costretto a convivere, nella dinamica relazionale tra i personaggi; con una dose di sadismo aggiunto, in sintonia con i tempi (e dopo il passaggio del western americano attraverso quello, più violento, “all’italiana”). Lodevole anche la capacità di schizzare con pochi tratti i numerosi personaggi in scena, facendo variare lungo il percorso i loro rapporti con sufficiente attendibilità psicologica. Altrettanto buone la scelta e la direzione degli attori, da noi poco noti ma bravi e sperimentati: tra i quali Javier Gutierrez (La isla minima) e Luis Callejo (La vendetta di un uomo tranquillo), per citarne due già visti sui nostri schermi. E’ tipicamente da western il finale con il duello al sole dei sopravvissuti, come in un film di Sergio Leone. Con una certa fierezza per il prodotto nazionale, un critico cinematografico spagnolo lo ha etichettato come “un eccellente thriller con un’anima western”. Una definizione che sottoscriviamo senz’altro.

Original Article

Notizie & Giornali

Share
Published by
Notizie & Giornali

Recent Posts

Ocse, notevoli progressi per l’attuazione del Pnrr

AGI - Le risorse stanziate nell'ambito del Pnrr offrono l'opportunità di affrontare le debolezze strutturali…

3 mesi ago

In Gran Bretagna allarme per i controlli a frontiera su piante e frutti

AGI - I coltivatori di frutta e fiori del Regno Unito si trovano ad affrontare…

3 mesi ago

Fine vita: sollevata la questione di costituzionalità a Firenze

AGI - La giudice per le indagini preliminari, Agnese De Girolamo, ha sollevato la questione…

3 mesi ago

In fiamme 26 ettari di bosco nel Grossetano

AGI - Un incendio, attivo da ieri, sta interessando una vasta area di bosco in…

3 mesi ago

Aggressione omofoba a Palermo, nel branco anche minorenni

AGI - Aggressione omofoba in pieno centro storico a Palermo. È successo venerdì sera nel…

3 mesi ago

Lo sbarco di Anzio e l’occasione perduta per prendere Roma

AGI - Il gatto selvatico si era rivelato una balena spiaggiata: nella metafora di Winston…

3 mesi ago