Ventitré anni, piglio sicuro e atteggiamento spavaldo, una voce profonda e uno stile personale, un pugno di canzoni scritte nella sua cameretta che oggi vuole cominciare a far volare nel mondo: figlia di Giovanna Melandri e di Marco Morielli, Maddalena si presenta così, con Anxiety is a modern cliché, il suo biglietto da visita musicale, prodotto da Andrea Rigonat. Non c'è niente di prevedibile in quello che canta e scrive: non le storie, nascoste tra immagini che filtrano la realtà, non la struttura delle canzoni, spesso tirata fino all'estremo, nemmeno l'atmosfera, sempre in bilico tra sentimenti e passioni diverse. E non è indie e non è rock, è una cantautrice ma guarda lontano dalla canzone d'autore, "non sono nemmeno mai stata una vera cantante", aggiunge lei, "non sono mai stata la tipa che canta a squarciagola in macchina con gli amici o fa le cover". Il suo centro è la scrittura, il tentativo di riportare in una canzone tutto quello che ha dentro, qualsiasi cosa sia, comunque vada. "Cerco di mostrare qualcosa che è sempre stato dentro di me, un lato nascosto che ho sempre protetto molto e che oggi viene alla luce".
Cosa l'ha spinta a scrivere canzoni?
"Qualcosa di istintivo, una forma di sopravvivenza, una necessità, non saprei definirla meglio. C'è chi dipinge, chi coltiva fiori, chi invece usa la musica. Un'esigenza psicologica, di certo, perché scrivere è una forma di autoanalisi, davanti ai problemi che non ti fanno dormire cerchi di usare uno strumento. Il mio è la musica. Di certo non avrei fatto altro, era qualcosa che era sempre dentro di me, che ho coltivato con cura e attenzione".
Che differenza c'è tra la signorina Morielli e Maddalena?
"Nessuna in realtà, anche se Maddalena si presenta solo adesso. Non c'è una divisione netta, anzi direi che Maddalena è una versione più completa di me stessa. C'è una parte di me che è estroversa e vuole farsi vedere, che fa rumore e si espone, ma per farlo uso lo schermo della musica. E voglio farlo pian piano, in giuste dosi, con la stesa attenzione che ho avuto fino a oggi".
Cantautrice, ma non troppo, dunque.
"Non credo di essere in grado di raccontare delle storie in maniera lineare, preferisco muovermi per associazioni di immagini, lasciando libero l'ascoltatore di trovare la propria storia. Ma molti cantautori italiani hanno scritto in questo modo, sfidando le regole del racconto, e questo mi piace".
Sfida che lei porta all'estremo sia forzando la forma canzone, sia usando contemporaneamente due lingue, l'italiano e l'inglese.
"Non è un tentativo premeditato, io ci provo anche a stare nella quadra della forma canzone ma poi l'istinto mi spinge a muovermi altrove. E anche l'uso della doppia è venuto naturalmente, solo dopo ci ho ragionato su. Uso l'italiano per le immagini più chiare e dirette, l'inglese per il ritornello, lo slogan. È la mia seconda lingua, il che non vuol dire che voglio rinunciare all'italiano, non ho interesse a scrivere esclusivamente in inglese, mi piace il fatto di mischiare le due, lo trovo funzionale al mio modo di esprimermi. Forse perché voglio farmi capire di meno, mi va di espormi ma solo fino a una certo punto. Non voglio per forza farmi capire da tutti, e non è un atteggiamento snob o la voglia di fare qualcosa di strano, se quello che dico non arriva a tutti e non è chiaro non penso sia un problema. Spesso, anche ascoltando tante canzoni in italiano scritte in maniera un po' meno logica o comprensibile, scopri cose alle quali non avevi pensato. A volte magari è proprio quello che non si comprende a rendere affascinante una canzone".
Di certo il suo singolo ha un contatto diretto con la realtà che stiamo vivendo, l'ansia che circonda un po' tutti noi.
"In realtà questo pezzo l'ho scritto molto tempo fa, è diventato attuale in maniera sorprendente. Soprattutto per la mia generazione è un momento in cui l'ansia è una realtà condivisa".
E adesso cosa accadrà, già al lavoro su un album?
"Per ora andiamo avanti un passo alla volta e vediamo cosa succede. Ho tante tracce, tanti piccoli progetti che vorrei condividere, singoli che possibilmente mostrino diversi lati di me. Per l'album c'è tempo. Intanto sono contenta del traguardo di oggi, del lavoro fatto con Rigonat, con Primiano Di Biase, con Valentina Parigi e la Universal che mi supporta".
E i suoi genitori come vedono questa avventura?
"Mi sostengono moltissimo. Ma hanno scoperto questa cosa molto recentemente, sono stati molto sorpresi, anche positivamente, stanno metabolizzando il fatto che c'era qualcosa che non sapevano della loro figlia".
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