Si dispera papà Carlo: "Povera figlia mia, aveva concesso a quell'uomo di restare a casa per amore dei figli. Ma di fatto erano ormai separati da mesi. Però lui continuava a ossessionarla, la controllava sempre". Ieri, Piera Napoli, 32enne cantante neomeolodica, è stata uccisa dal marito, Salvatore Baglione, 37 anni, dipendente di una macelleria. Lui, davanti al sostituto procuratore Federica Paiola, ha detto: "Da quattro mesi c'erano discussioni". Ha parlato di "raptus e di gelosia", tesi che la procura si appresta a contestare con l'aggravante della premeditazione. "Ieri, mi aveva detto di non amarmi più – ha messo a verbale ieri pomeriggio, in una caserma dei carabinieri – l'ho raggiunta in bagno accoltellandola. Erano le 9,30, ho coperto il cadavere perchè non volevo vederlo. E perchè non lo vedessero i miei figli, che stavano dormendo. Mi sono sciacquato e cambiato. Ho accompagnato i bambini dalla nonna". Alle 12.40, Salvatore Baglione si è presentato alla stazione dei carabinieri dell'Uditore. "L'ho uccisa", ha detto. I militari sono subiti corsi a casa con un'ambulanza, speravano ancora che la donna si potesse salvare. Ma non c'era più nulla da dare. Il corpo di Piera Napoli era in bagno, in una pozza di sangue.
di
Francesco Patanè
"Piera era ormai esasperata. Lui pensava di potere possedere la vita di sua moglie", sussurra Andrea Vicari, il marito della sorella di Piera Napoli. Un mese fa, in via Vanvitelli era arrivata anche una volante della polizia, chiamata dalla donna dopo l'ennesima discussione. "Ma alla fine lei non aveva voluto fare denuncia", racconta una vicina di casa. "Chissà, forse, si poteva salvare Piera. Però, poi, dopo quella lite, sembrava che avesse fatto pace col marito".
Ora, la procura contesta l'omicidio volontario, con le aggravanti dei "futili motivi, segnatamente per gelosia" e della "crudeltà". Scrive il pubblico ministero: "Ha inflitto numerose e ripetute coltellate sul viso, sul capo e nel tronco, mediante un coltello che ha una lama di 20 centimetri". Il provvedimento di fermo parla di "pericolo di fuga di Baglione" che "ha dimostrato – scrive il magistrato – una particolare aggressività ed una allarmante determinazione nell'efferato crimine, decidendo di presentarsi ai militari e denunciare l'omicidio soltanto a distanza di alcune ore dal fatto, senza allertare prima la polizia, né chiedere nell'immediatezza soccorso, quindi non facendosi neppure il minimo scrupolo di tentare di salvare la vita della moglie. Preoccupandosi invece in primo luogo di ripulirsi dalle tracce del reato e sistemare la proprie cose".
di
Salvo Palazzolo
Su Facebook corre il dolore degli amici di Piera: "Amava i suoi figli più di ogni altra cosa al mondo – scrive Giusy Ferro – ed era disposta a vivere con un marito che non amava più pur di non privarli della presenza quotidiana della figura paterna". Ma in quella casa la vita era diventata sempre più difficile. "Però, Piera sperava ancora in giornate diverse", dice un'altra amica. Anche se non nascondeva l'amarezza: "La vita ci insegna che le persone non sono mai come sembrano". Amarezza che oggi appare come una premonizione: "Vuoi che ti regalino dei fiori il 14 (San Valentino) – scriveva in un altro post – muori il 13".
Il procuratore aggiunto di Palermo Laura Vaccaro, che coordina le indagini sull'ultimo femminicidio, torna a lanciare un appello a tutte le donne: "Non abbiate paura di denunciare – dice – C'è sempre qualcuno disposto ad ascoltarvi. C'è soprattutto una rete di accoglienza per tutelare voi e i vostri figli".
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