Sono state formalizzate le accuse nei confronti di Cheng Lei, giornalista e volto popolare della Cgtn, il canale statale cinese in lingua inglese: il capo di imputazione è "aver fornito segreti di Stato all'estero".
Cheng, nata nella provincia di Hunan, ma in possesso della cittadinanza australiana dopo essere emigrata da bambina, fu presa in custodia dalla polizia cinese del dipartimento sulla sicurezza nazionale lo scorso agosto senza spiegazioni.
La svolta, riferita questa mattina dal ministro degli Esteri australiano Marise Payne, è stata confermata dal ministero degli Esteri di Pechino, secondo cui il suo caso "è in fase di ulteriore elaborazione. Speriamo che l'Australia rispetti la sovranità giudiziaria cinese e la smetta di interferire nella gestione del caso da parte della Cina in qualsiasi modo", ha affermato in conferenza stampa il portavoce Wang Wenbin.
Il caso è destinato ad infiammare ancora di più i pessimi rapporti tra Pechino e Canberra, in uno scontro a tutto campo dalla diplomazia al commercio.
L'ultimo post su WeChat, l’app di social networking cinese, ha mostrato Cheng durante l’apertura di un negozio Shake Shack a Pechino il 12 agosto, il primo ristorante aperto in Cina dalla catena americana.
Il ministero degli Esteri cinese non ha risposto immediatamente a una richiesta di commento da parte della CNN Business. Alla domanda sulla detenzione di Cheng lo scorso anno, la portavoce del ministero Hua Chunying ha detto: “La Cina è un paese di diritto e agiremo secondo la legge”.
Le tensioni tra Australia e Cina sono state alte nell'ultimo anno dopo che Canberra ha chiesto un'indagine internazionale sulla fonte della pandemia e Pechino ha risposto con rappresaglie commerciali. Cheng aveva regolarmente partecipato ad eventi per la comunità australiana mentre lavorava a Pechino. Payne ha detto che il governo australiano "ha sollevato regolarmente le sue serie preoccupazioni per la detenzione di Cheng ai livelli più alti, anche per il suo benessere e le condizioni di detenzione". Ma Wang, il portavoce cinese, ha detto che tutti i diritti di Cheng sono stati "pienamente garantiti".
L'ex ambasciatore australiano in Cina, Geoff Raby, ha sottolineato che il caso di Cheng "sembrerebbe andare oltre le questioni nel rapporto bilaterale" tra i due paesi. "Il sostegno a Lei, tuttavia, è reso molto più difficile in assenza di contatti ad alto livello tra i governi".
La famiglia di Cheng ha anche chiesto che le sia dato accesso a materiale di lettura per salvaguardare la sua salute mentale: "Pur essendo cittadina australiana di lunga data, ha anche un grande amore per il Paese in cui è nata ed è molto rispettata in tutto il mondo".
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