L’assemblea potrebbe slittare di qualche ora. Serve tempo per far sì che oggi si possa chiudere davvero l’asta per i diritti televisivi del triennio 2021/24. Un triennio su cui Dazn ha messo in campo un vero e proprio all-in. L’offerta è probabilmente la migliore arrivata ai 20 presidenti della Serie A: 840 milioni a stagione. Con la possibilità di arrivare a guadagnarne fino a 910, ossia poco meno di quanto non sia garantito oggi, ammortizzando quindi gli effetti del Covid.
Dazn vuole 7 partite
C’è chi pensa che la cosa migliore sarebbe provare a prendere più tempo. Il problema è che il 16 febbraio, ossia tra una settimana appena, scade il termine per pagare gli stipendi (al netto di accordi diversi depositati) e molte società di Serie A sono con l’acqua alla gola, con la fine della stagione lontanissima e una liquidità ridotta all’osso. Per questo il partito di chi spinge per chiudere è forte: se l’offerta da 840 milioni fosse accettata, Dazn potrebbe trasmettere in esclusiva 7 partite a settimane, più le altre 3 in coabitazione. Quelle per cui Sky offre 70 milioni, portando appunto il totale a 910. Dazn, secondo voci molto ricorrenti, avrebbe alle spalle un accordo saldissimo con Tim: da qui anche la grande disponibilità liquida. Che porta oggi la proposta di Sky in secondo piano, almeno agli occhi di una buona fetta di presidenti.
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La domanda è: riuscirà Dazn a convincere 14 società su 20 a votare per la sua offerta? Domanda legittima, visto che tra i presidenti e i vertici delle società circola un timore. Passare da Sky a Dazn non vuol dire solo cambiare cliente interrompendo una collaborazione che dura dal 2003. Vuol dire far migrare oltre 4 milioni e mezzo di abbonati non solo su una nuova piattaforma, ma su un nuovo sistema di trasmissione. Ovvero la app: certamente più familiare per i giovanissimi, che sfortunatamente però non sono ancora clienti con portafoglio per le tv. Sullo sfondo, resta il canale della Lega, a cui una piccola delegazione incaricata dal presidente Dal Pino ha già iniziato a lavorare.
Lega Serie A, Dal Pino: "Il rinvio sui Fondi non è una frenata, serve un accordo molto ampio"
di
Franco Vanni
Il canale Serie A
Il canale resta una possibilità molto più verosimile nel caso di ingresso dei fondi di investimento in una media company con la Lega di Serie A. Il problema è che anche nel gruppo Cvc, Advent e Fsi le certezze iniziano a scricchiolare: era stato garantito al gruppo che il “sì” al preliminare (detto term sheet) sarebbe arrivato prima di assegnare i diritti tv. E se oggi la Lega scegliesse, potrebbero sentirsi “usati” per spuntare condizioni migliori e potrebbero pensare di tirarsi indietro. L’aspettativa è che almeno fino a giovedì, quando finalmente il term sheet dovrebbe andare al voto, aspetteranno. Un altro rinvio, però, sarebbe forse fatale.
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