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Conte candidato del centrosinistra a Siena? Crescono i malumori nel Pd

"Ma davvero candidiamo l'avvocato del popolo a Siena?". Ogni giorno ha la sua pena e una nuova fredda ebbrezza già scuote il Pd toscano, dal weekend alle prese con i maldipancia per la prospettiva di un sostegno al governo Draghi insieme alla Lega. Ora è l'ipotesi che rimbalza da Roma ad agitare militanti e dirigenti: alle elezioni suppletive di primavera per il collegio uninominale di Siena della Camera dei Deputati – dove il seggio è vacante dopo che l'ex ministro Pier Carlo Padoan è stato cooptato al vertice di Unicredit – potrebbe essere candidato Giuseppe Conte, premier dimissionario.

Ancora solo una suggestione frutto dei disegni caotici di queste settimane di crisi, eppure è vero che l'idea nasce da un'esigenza concreta: rinsaldare l'asse politico Pd-5Stelle convergendo sulla figura di Conte, che l'ha garantita al governo per più di un anno e ora potrebbe trovarsi senza una collocazione immediata. Il fatto è che è la Toscana a trovarsi possibile scenario di questo matrimonio. Per di più il complicato collegio senese, storico fortino rosso su cui stavolta si concentrano pure molte mire: ad essere candidati sperano figure come l'ex governatore Enrico Rossi, il capogruppo in Regione Pd Vincenzo Ceccarelli solo per stare alla Toscana e anche Gianni Cuperlo pare ci abbia fatto un pensierino. Lo stesso governatore Eugenio Giani ha tenuto a dirlo nelle scorse settimane: "Dirò la mia su quel collegio".

E se alla fine fosse catapultato Conte? Un remake con altre forme e caratteristiche di altri episodi. Come quando nel 1997 Antonio Di Pietro venne candidato per l'Ulivo nel collegio del Mugello spiazzando la base Pds. O come quando nel 2018 alle politiche a Prato il Pd candidò il radicale ex An Della Vedova, spiazzando la base. Con Conte a Siena il caos subito affiora. La sola voce apre dubbi e perplessità: "Ma come, prendiamo uno dei collegi più rossi della Toscana, dove peraltro avremmo esigenza di rinforzare il partito con una candidatura forte dopo aver perso il Comune con la Lega 3 anni fa, e ci mettiamo Conte, che abbiamo sostenuto al governo ma che è stato premier pure con la Lega?" si domandano in tanti nel Pd toscano. E' vero che con Draghi addirittura la Lega potrebbe essere partner di governo, ma cosa diversa è il voto per il Parlamento, molto più politico: come chiedere ai compagni della sinistra senese di votare per Conte? Non tutti hanno così tanti dubbi: secondo un pezzo degli zingarettiani l'operazione potrebbe reggere e servirebbe anche a mettere i gli ex renziani con le spalle al muro. Proprio gli ex renziani non ci stanno però. "Mi auguro che ci sia un coinvolgimento del territorio e che non si decida solo nei corridoi romani e che ci sia rispetto per i cittadini toscani" avverte la segretaria regionale Simona Bonafè. "Prima della crisi di governo i segretari delle Unioni Comunali dei comuni del collegio senese che vanno al voto (sono 30 comuni compreso il capoluogo oltre a 5 comuni dell'aretino) hanno scritto al segretario spingendo per una candidatura territoriale. Questo è il sentimento prevalentemente diffuso. Quello che sicuramente è necessario è un coinvolgimento nelle scelte, di qualunque tipo".

E nel Pd si mormora un po' ovunque. Anche perché – si ragiona – come si fa a fare un accordo del genere con i 5 Stelle che sono all'opposizione in Regione, per di più quando alle amministrative a Grosseto e Sesto Fiorentino sempre a primavera si dovrà probabilmente tenere dentro anche Renzi? In pratica, c'è il rischio di un fritto misto di alleanze variabili e disomogenee, aldilà dei dubbi tattici. Italia Viva in effetti non se ne cura, mai e poi mai sosterrebbe un'operazione simile. E anzi sogghigna: "Vogliono candidare Conte a Siena? Non credo gli convenga. Io il collegio lo conosco molto bene…" avverte Stefano Scaramelli. Mentre i 5 Stelle prendono tempo: "Sarei onorata di sostenere una candidatura di un simile spessore nella nostra regione, credo che sarebbe però riduttivo se comparato al ruolo che ha ricoperto finora. Conte è stata una figura di grande spessore politico e istituzionale, e non nascondo la mia amarezza nel vedere come una parte della narrazione mediatica vorrebbe consegnarlo già agli archivi della storia nazionale. Quale che sia la sua scelta per il futuro, spero fortemente di vederlo impegnato in prima fila nel M5S: lo ha promesso nella sua ultima dichiarazione, e spero che avvenga molto presto" dice la capogruppo pentastellata in Regione Irene Galletti.

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