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Clubhouse, una parentesi di libertà in Cina prima del blocco

È stato bello finché è durato. Nelle ultime settimane i cinesi si erano tuffati in massa su Clubhouse, il social delle discussioni audio a inviti più in voga del momento, conversando con sorprendente libertà anche su temi di norma oscurati dalla censura, da Taiwan allo Xinjiang. Ma, come previsto, è durato poco: da ieri sera gli utenti del Dragone che cercano di aprire l’app sbattono su un messaggio di errore, impossibile connettersi al server.

La Grande Muraglia Digitale con cui il regime circonda il web mandarino, isolando i cittadini dalle idee pericolose che circolano nel mondo, ha ricostruito il suo fronte invalicabile. Ed è quasi impossibile che Clubhouse, cacciata fuori come Facebook o Twitter, venga lasciata rientrare.

Lanciata ad aprile del 2020, l’applicazione è stata disponibile per un mesetto sull’App Store cinese, prima di essere ritirata. Ma i cittadini del Dragone la potevano comunque scaricare attraverso uno Store straniero, a cui molti hanno accesso. La sua popolarità è esplosa la scorsa settimana, quando Elon Musk, adorato in Cina, si è palesato in una delle “stanze” di discussione. A quel punto migliaia di persone sono partite alla caccia degli inviti necessari a iscriversi, tanto che sui siti di e-commerce è partito un mercato nero dei codici, con tariffe fino a 50 euro.

Il boom del social Clubhouse: la pazza voglia di parlare

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Non è possibile dire quanti l’avessero scaricata. La maggior parte degli utenti erano giovani, membri della comunità hi-tech, studenti, creativi o persone con esperienze all’estero. Protetti dal fatto che la app non tiene traccia delle conversazioni, in molti si sono lanciati a discutere temi sensibili. In una delle stanze cittadini della Cina continentale e di Taiwan, che Pechino considera una provincia da riunificare, si sono confrontati sui rapporti reciproci.

Una giornata dentro Clubhouse, il nuovo social dove regna la voce

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In un’altra, musulmani della minoranza uigura e han, l’etnia dominante cinese, hanno discusso dei campi di rieducazione dello Xinjiang. Sempre in modo civile. Che non sarebbe durata lo immaginavano tutti: uno dei gruppi si intitolava “quanto resisterà Clubhouse in Cina?”.

Clubhouse, il nuovo fenomeno social che vale un miliardo di dollari

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Non è un caso che il blocco sia arrivato prima delle vacanze del Capodanno lunare, quando i cinesi hanno tanto tempo libero per chiacchierare. Si capirà se i suoi cloni locali, già spuntati, verranno lasciati vivere. Pare difficile, specie se prometteranno la stessa privacy e la stessa libertà. Clubhouse resterà l’apertura di un attimo, il luogo per dibattiti che in Cina sono proibiti. Ma a cui alcuni cinesi, questa storia lo conferma, avrebbe voglia di partecipare.

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