Una marcia a tappe forzate, con una maggioranza larga già delineata e l’incognita dello schema di governo. Mario Draghi consumerà nella settimana che si apre domani i passaggi decisivi per la formazione del nuovo governo. Fra domani e dopodomani il presidente del consiglio incaricato svolgerà il secondo giro di consultazioni: prima i gruppi più piccoli, martedì sarà l’ora di tutte le maggiori forze, fra le quali sono Fdi ha annunciato il no al nuovo esecutivo. Draghi sentirà anche le parti sociali. Giornate che serviranno all’ex presidente della Bce a definire la natura della sua squadra, che potrebbe essere un mix di tecnici e politici, ma anche solo tecnica, con una rappresentanza dei partiti fra viceministri e sottosegretari.
di
Alberto Custodero
Mercoledì mattina il capo dello Stato è atteso alla cerimonia della Giornata del Ricordo, quindi tutti si aspettano che lo scioglimento della riserva possa avvenire mercoledì pomeriggio o giovedì. In questi casi, come previsto dalla Costituzione, il presidente del Consiglio incaricato sale al Quirinale per riferire al Capo dello Stato e sciogliere la riserva con esito positivo o negativo (rinunciando così all'incarico). Subito dopo lo scioglimento della riserva, nel caso in cui questa sia affermativa, si procede con la firma dei decreti di nomina del capo del governo e dei ministri da lui proposti.
Quindi il giuramento del nuovo premier e della sua squadra di ministri, nel Salone delle Feste al Palazzo del Quirinale, davanti al presidente della Repubblica accompagnato dal segretario generale. Il presidente del Consiglio e i ministri assumono le loro responsabilità dal momento del giuramento. Se questo avvenisse fra mercoledì e giovedì, avremmo una durata complessiva della crisi di 15 o 16 giorni (le dimissioni di Conte sono avvenute il 26 febbraio). Saremmo ben al di sotto della media delle crisi della storia repubblicana, che è di 33 giorni. La crisi più lunga, escludendo i periodi elettorali, quella che portò nel 1989 al sesto governo Andreotti: 64 giorni senza un governo con pieni poteri.
I voti di fiducia al governo Draghi delle due Camere (prima del Senato poi di Montecitorio) dovrebbero arrivare nella giornata di venerdì, a meno che i tempi non si allunghino e l’appuntamento slitti al lunedì della settimana successiva. Un giorno già cerchiato in rosso per il nuovo esecutivo: entro quella data, scadenza del vecchio Dpcm, andranno prese decisioni sulle nuove misure anti-Covid.
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