C'è un aspetto che è stato forse sottovalutato, nella crisi di coppia tra Dzeko e la Roma. L'ennesima sconfitta contro una grande – appena 2 punti sui 22 disponibili contro le prime della classifica – lascia la netta sensazione che la convivenza forzata rischi di non produrre nulla di buono.
Scontento, svogliato, annoiato. Quando dopo poco più di un'ora Fonseca ha deciso di archiviare la lite con Dzeko spedendolo in campo, allo Stadium, contro quella Juventus in cui aveva sognato di andare a giocare a settembre, le aspettative (non solo sue) erano di vederlo ruggire dalla voglia di dimostrare le proprie ragioni. Ma già il primo tocco di palla, un appoggio facile per Spinazzola ma finito lungo di cinque metri, ha fatto sospettare quello che la mezz'ora successiva ha certificato: la frattura è tutt'altro che sanata. E anzi ha lasciato nella testa e nelle gambe del bosniaco detriti difficili da smaltire. Lui voleva andare via: ha sperato tanto nel Manchester City, che però non ha mai nemmeno preso in considerazione l'idea. Lo hanno illuso della possibilità di finire con un anno e mezzo di ritardo all'Inter. Alla fine hanno provato a vendergli l'idea Barcellona (che però fatica a pagare anche gli stipendi che ha già in carico). Idee svanite come un pugno di sabbia lasciando solo l'ennesima profonda delusione. Che rischia di diventare un problema nella stagione della Roma: mancano ancora tre mesi e mezzo di campionato e l'Europa League e Fonseca ha un disperato bisogno di qualcosa che somiglia al vero Dzeko. Giocatori offensivi non gli mancano, è vero, ma nessuno ha caratteristiche simili a quelle dell'ex capitano.
di
Massimo Mauro
Dicono che Dzeko sia già piuttosto insofferente con il nuovo agente che aveva scelto a gennaio dopo la lite con Fonseca. Ma a renderlo nervoso è anche l'essere stato spogliato della fascia di capitano: ieri l'ha vista passare dal braccio di Cristante a quello di Mancini, un ragazzo alla seconda stagione da romanista, mentre lui sta per completare il sesto anno. A giugno potrebbe chiedere la risoluzione consensuale del contratto, se arrivasse un'offerta pari allo stipendio da 7,5 milioni netti che gli garantisce la Roma. I Friedkin hanno detto apertamente alla squadra che l'allenatore della Roma è e resta Fonseca. Non è intoccabile, ma finché la squadra manterrà un rendimento da zona Champions non sono disposti a metterlo in discussione. Per il futuro, si vedrà. Ma a quel punto, potrebbe non essere più un problema di Edin.
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