ROMA – Oltre 10 milioni di lavoratori in attesa del rinnovo contrattuale. A ricordarlo è il presidente del Cnel Tiziano Treu, all'indomani della firma del contratto collettivo dei metalmeccanici. Salutato dai sindacati come il migliore accordo degli ultimi anni e definito dallo stesso Treu come "un segnale importante per tutti i lavoratori e più in generale per il mercato del lavoro, già in forte sofferenza prima della pandemia e che oggi si trova davanti a sfide epocali", il contratto dei metalmeccanici è un caposaldo del mercato del lavoro, dal momento che coinvolge un milione e mezzo di dipendenti.
Commercio, 3,2 milioni in attesa
Ma – in realtà – le partite aperte rimangono moltissime, e coinvolgono il 77% della totalità dei lavoratori italiani. Per loro, in molti casi, l'accordo appare difficile da raggiungere, perché per la stragrande maggioranza non si sta neanche trattando. E' il caso, per esempio, dei contratti della Pubblica Amministrazione, che riguardano oltre 3,2 milioni di lavoratori e che si sono arenati a fronte delle distanze al momento enormi tra le rivendicazioni dei sindacati e l'offerta del governo.
In totale, dei 939 contratti depositati al Cnel, ben 571 sono scaduti. Tra quelli firmati recentemente ci sono quello dell'edilizia in relazione alle confederazioni artigianali, che coinvolge 400 mila lavoratori (da rinnovare invece ancora quello dell'industria), e a fine 2020 quelli del settore legno e prodotti in legno e quello delle telecomunicazioni. La contrattazione, si legge nel notiziario del Cnel, con il Covid ha subito un forte rallentamento, che si è riflettuto anche nel numero dei contratti depositati nella prima parte dell'anno, mentre nella seconda c'è stata un'accelerazione.
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di
Marco Patucchi
Dal momento che la legge impone il deposito di qualunque contratto collettivo presso il Cnel, negli ultimi anni il numero è aumentato moltissimo, e sono passati dai 549 a 939. Ma se si guarda solo ai contratti firmati dai sindacati maggiormente rappresentativi, quelli in attesa di rinnovo sono molti di meno, circa una cinquantina.
Commercio, 148 accordi da rinnovare
Il settore dove c'è il tasso di attesa più alto, dopo la Pubblica Amministrazione, è quello dei servizi privati, con il 78% dei contratti in attesa di rinnovo, rileva l'Istat. Segue l'industria, e infine l'agricoltura. Se si guarda al numero di tutti i contratti depositati al Cnel, è in testa il commercio con 146 accordi ancora da rinnovare. Le trattative per il rinnovo del contratto collettivo principale del commercio, che coinvolge tre milioni e mezzo di lavoratori e che è scaduto a 2019, sono partite a fine gennaio, in forma virtuale, e le associazioni di categoria non hanno nascosto le difficoltà, data la forte crisi determinata dalla pandemia e che ha colpito in particolare le aziende del settore. E infatti sul tavolo non ci sono solo le retribuzioni, ma anche il welfare e le tutele della salute dei lavoratori.
Tuttavia la firma del contratto dei metalmeccanici, sottolinea Treu, è decisamente di buon auspicio: "Questo Ccnl, infatti, generalmente fa da apripista al rinnovo degli altri accordi di cui ci sarebbe grande bisogno". "Mi auguro che l’accordo dei metalmeccanici – conclude Treu – segni l’apertura di una nuova stagione contrattuale che rappresenti anche l’occasione per avviare il confronto sul nuovo statuto dei lavoratori che oggi, dopo l’emergenza sanitaria, diviene improcrastinabile. La pandemia ha obbligato le imprese a una nuova organizzazione della produzione e del lavoro, uno scenario rispetto al quale non si tornerà più indietro e che, dunque, chiede di ripensare anche l’organizzazione del lavoro, quella degli ammortizzatori sociali e più in generale del welfare".
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