La scena letteraria italiana perde uno dei suoi protagonisti. E' morto a 92 anni, in una clinica di Roma, Nino Borsellino. Uno dei nostri maggiori studiosi di letteratura italiana. Soprattutto, un critico il cui pensiero è stato teso, tra il Cinquecento e il Novecento, nel collegare la pagina letteraria a quella teatrale. Tra classici e "anticlassici". Dalle "Commedie del Cinquecento" (1962-1967) al "Ritratto di Pirandello" (1983). Nel segno del comico.
Nato a Reggio Calabria nel 1929, allievo di Natalino Sapegno, aveva una sostanziale formazione storicista ma poi apertasi anche allo studio degli aspetti formali di un testo. La carriera universitaria di Borsellino ebbe inizio prima a Cagliari e poi a Salerno, quindi, dai primissimi anni '70, alla Sapienza di Roma. E' stato ordinario di Storia della letteratura italiana per oltre vent'anni, prima di passare, nel 1995 e sino alla pensione, a insegnare Storia della critica letteraria.
I suoi studi hanno seguito principalmente due filoni, il Cinquecento e L'Otto-Novecento (Verga e soprattutto Pirandello) avendo come punto di riferimento importante la letteratura teatrale. Con i due volumi dedicati alle "Commedie del Cinquecento" lo studioso ha contribuito alla riscoperta scenica di autori come Niccolò Machiavelli, Ludovico Ariosto e il Ruzzante, cui seguirono tra i vari studi "Rozzi e intronati: esperienze e forme di teatro dal Decameron al Candelaiò" (1974), e ancora, "La tradizione del comico: letteratura e teatro da Dante a Belli' (1989).
Borsellino ha dedicato molta attenzione alla vena comica come nota di un percorso anticlassicista della nostra produzione letteraria da "Gli anticlassicisti del Cinquecento'"(1986) sino ai nostri giorni, sino a Pirandello. Il drammaturgo siciliano è stato al centro di molti suoi studi a cominciare da un fondamentale "Ritratto di Pirandello" del 1983 sino a "Il Dio di Pirandello: creazione e sperimentazione" (2004) ed è stato anche per anni direttore della rivista "Studi pirandelliani".
Con Walter Pedullà, Borsellino ha diretto la "Storia generale della letteratura italiana" (12 volumi del 1999) e, con Lucio Felici, ha diretto e coordinato "Il Novecento: scenari di fine secolo" (2 volumi, 2001), a integrazione della "Storia della letteratura italiana" diretta da Cecchi e Sapegno. Da ricordare infine la 'Lettura dell'Orlando Furiosò e un volume su "Ludovico Ariosto", la "Storia di Verga" del 1982. E, quest'anno, per i sette secoli dalla morte di Dante, anche il "Sipario dantesco: sei scenari della commedia" (1991) e il "Ritratto di Dante" (1998).
I funerali si svolgeranno lunedì 8 febbraio a Roma nella chiesa di San Saturnino, nel quartiere Trieste.
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