E alle sette di sera via di corsa, lontano, verso Città della Pieve, dove lo aspetta una quiches di formaggio agli asparagi e prosciutto. Mario Draghi, alla fine di una giornata intensa, è tranquillo, gasato, sorridente. Come sempre, sembra immune alla fatica. È anche divertito. Ho visto cose che voi umani non potete nemmeno immaginare, più o meno questo è quello che racconta a chi riesce a parlarci. Ha visto ad esempio personaggi improbabili abbozzargli lezioncine di economia. Ha visto alcuni partiti alzare veti e condizioni, altri già pronti a salire a bordo, altri ancora rosolarsi a fuoco lento. Per la cottura dei Cinque Stelle c'è solo da aspettare, mentre la Lega, pare, si sta ormai convincendo. Il filo diretto con Giancarlo Giorgetti regge, nonostante le fastidiose manovre di disturbo di Giulio Tremonti, il nemico storico del prof, che sta cercando di allontanare il centrodestra. Ma al dunque, l'impressione è che piano piano le cose andranno tutte al loro posto. Serve pazienza.
Ha visto insomma tante persone. Molte ignote. Un'umanità variopinta e variegata che lui ha osservato con lo spirito curioso di un entomologo. E questo chi è? Niente paura, una rapida occhiata al quaderno con le fotine e il giallo si è risolto. Sì, quel facciario, una specie di album Panini con le figurine dei politici che i funzionari della Camera gli hanno lasciato sulla scrivania, con certe nutrite delegazioni si è dimostrato davvero utile. Julia Unterberger, del gruppo delle Autonomie del Senato, gli ha dato del tedesco. "Tra noi c'è un feeling particolare, lei in Germania ha la fama di essere più teutonico di loro". Poi però pure lei ha preso tempo. "Ci riuniremo per definire la nostra posizione".
Draghi ha sorriso. A lei, come a tutti gli altri consultati, ha spiegato con calma il senso profondo del suo mandato, sintetizzabile così: se dobbiamo mettere in sicurezza il Paese, stravolto come ha detto Sergio Mattarella da tre emergenze, allora questo non potrà essere un esecutivo a tempo. È vero, la crisi economica ha bisogno di una "risposta veloce", quindi occorre fare in fretta e partire. Però non si può pensare, come ipotizza la Lega, un governo a scadenza, legato alla lotta al Covid e all'ottenimento del Recovery Fund. Se vogliamo modernizzare l'Italia, non possiamo limitare la durata. Servono infatti riforme, pesanti, strutturali, che accompagnino l'uso dei fondi europei e stimolino la ripresa con spesa pubblica "buona". Investimenti, non sussidi. E per fare tutto ciò occorre tempo.
Così, senza fretta eccessiva, le consultazioni si sono susseguite. Franco ma disteso l'incontro con Fratelli d'Italia. Giorgia Meloni ha assicurato di non avere "pregiudizi personali", anzi gli ha confermato la sua "stima", però niente da fare, se ne staranno all'opposizione, pronti "a dare un contributo responsabile" volta per volta sui singoli provvedimenti. Prima di salutarlo, la Meloni gli ha consegnato un malloppo con le proposte economiche di FdI. Draghi l'ha preso e l'ha ringraziata tanto per la cortesia. "Le leggerò con attenzione".
Un no atteso, come scontato il sì entusiasta di Matteo Renzi, che non ha posto condizioni. "Sosterremo il suo governo indipendentemente da quanti ministri tecnici e politici ci saranno, lei è l'assicurazione sulla vita del nostro Paese e mi auguro che anche gli altri partiti la appoggino.
Chi oggi pone veti non fa solo un errore, ma rifiuta anche l'appello del presidente della Repubblica per un esecutivo senza connotazione politica. Il bene dell'Italia viene prima di tutto". Il ni di Leu forse invece è sembrato fuori sintono. "Non entreremo con la Lega", hanno detto Fornero e la De Petris, quando in realtà la formula, politica o tecnica, non è stata ancora decisa.
Piena disponibilità anche dal Pd, mentre Forza Italia, con Antonio Tajani e le capogruppo Maria Stella Gelmini e Annamaria Bernini, ha offerto collaborazione piena "per un governo dei migliori", come anticipato dalla telefonata del Cavaliere.
Oggi con Salvini e Grillo si chiude il primo round. Pazienza e moderato ottimismo, prima di entrare nel vivo lunedì, quando si spera saranno tutti pronti per andare a dama: si parlerà di formule e ministri.
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