ROMA – La lunga telefonata avuta con Mario Draghi ha fugato i dubbi di Matteo Salvini ben prima dell'incontro che i due avranno questa mattina a Montecitorio. La Lega a consulto, i capigruppo Romeo e Molinari col capo, non Giancarlo Giorgetti. Forse troppo coinvolto in partita e in odor di governo, per esserci. "Serve un governo di tutti", anticipa alla vigilia il segretario federale. Ultimo appello che l'alleata Meloni lascia cadere nel vuoto, ma è il segno della svolta. La tesi ufficiale è che il partito deciderà dopo l'incontro di oggi. Ma l'apertura dell'ex ministro dell'Interno è così ampia che si fa fatica a scommettere su una retromarcia. Tutto questo dopo che Forza Italia – assente a sorpresa Berlusconi – conferma il sostegno al nuovo governo e Giorgia Meloni la sua "non fiducia" quando si andrà in aula.
Alle 11, al primo piano di Montecitorio, andrà in scena il primo faccia a faccia di Salvini con l'ex presidente della Bce, al quale verrà consegnato una sorta di memorandum leghista: alleggerimento della pressione fiscale, no a una stretta sulle pensioni, rottamazione della cartelle di Equitalia, riforma della giustizia, piano per i cantieri in tutta Italia, nuovo piano vaccinale . "All'appello di Mattarella rispondiamo che noi ci siamo – spiega Salvini – Da primo partito del Paese, se ci saranno le condizioni", l'ingresso sarà pieno, anche con loro ministri. Perché "governi tecnici alla Monti li abbiamo già provati", aggiunge. E pazienza se in casa Pd stia crescendo l'insofferenza nei suoi confronti. "Mi dispiace che altri mettano veti, non è questo lo spirito di Mattarella". Quasi un'adesione preventiva, la sua. Anzi, coi suoi non esclude di farsi avanti se dovesse passare (improbabile) l'opzione segretari di partito in squadra. E se gli chiedessero la preferenza, tornerebbe volentieri al Viminale. Se solo Luciana Lamorgese non fosse inamovibile. "Se sei dentro sei dentro, ti prendi gli onori egli oneri", niente "ipotesi strampalate, governi tecnici, appoggi esterni: o ci sei o non ci sei – continua il leader -. Se la Lega partecipa a questo governo ci partecipa da primo partito". A Giorgia Meloni, che resta all'opposizione in solitaria, un ultimo inutile appello: "A me piacerebbe che ci fossero tutti, che si ascoltasse Mattarella e si mettesse l'interesse del Paese davanti all'interesse del partito".
Salvini insegue così il suo personalissimo "sdoganamento" in Europa, se entra in un governo Draghi, nessuno potrà più affibbiargli patenti da irresponsabile sovranista. Ha necessità di rompere il "cordone sanitario" costruito su misura a Bruxelles. E poi la base imprenditoriale al Nord pretende il "sacrificio". Se l'operazione andrà bene e ci sarà da incassare il dividendo politico, la Lega non vuole restare fuori. Perfino i falchi anti europeisti Borghi e Bagnai hanno smesso di volare. "Spiace per il no della Meloni", azzarda addirittura Borghi. Di Giorgetti e del capogruppo Molinari si parla con insistenza per i due posti da ministro destinati a ciascun partito.
Di pretendenti ne ha ancor più Fi: tre per due poltrone. Berlusconi ha chiamato in mattinata il premier incaricato per scusarsi: non ha potuto lasciare la Provenza per raggiungere Roma. Il medico Alberto Zangrillo ha sconsigliato il viaggio dopo gli episodi di aritmia cardiaca. Anche perché sono appena trascorsi i 15 giorni di "riposo domiciliare assoluto a partire dal 19 gennaio", prescritti nel certificato esibito dai suoi legali una decina di giorni fa al processo Ruby Ter a Milano. "Lunga e cordiale telefonata" comunque tra i due e pieno sostegno. "Non si tratta di dar vita a una nuova maggioranza politica, ma a un governo dei migliori", dice Tajani dopo aver incontrato Draghi con le due capogruppo Bernini e Gelmini (entrambe in corsa come lui per i due probabili posti da ministro), con Ronzulli e Mulé.
Prima di loro era stata la volta di Giorgia Meloni. No alla fiducia (forse astensione), comunque Fdi "darà una mano, senza chiedere qualcosa in cambio". Salvini non esclude di convocare un vertice di centrodestra dopo le consultazioni alle quali si sono presentati tutti e tre in ordine sparso. L'alleata a questo punto non ne ravvede la necessità. E si prepara alla traversata nel deserto in solitaria.
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