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Ue, Borrell a Mosca per chiedere la liberazione di Navalnyj: “Relazioni con la Russia a un punto critico”

BRUXELLES – Per Josep Borrell le relazioni tra Unione europea e Russia “sono a un punto critico”, anche per via del caso Nevalnyj. Secondo Serghei Lavrov, invece, i rapporti tra i due blocchi sono “malsani” in quanto la Ue “è un partner inaffidabile”, riferimento ai diversi regimi sanzionatori lanciati negli ultimi anni da Bruxelles contro Mosca che per il Cremlino sono figli di un presunto accanimento anti-russo di alcuni partner europei. Insomma, l’Alto rappresentante della Ue e il ministro degli Esteri di Putin nel loro incontro a Mosca hanno avuto un dialogo “aperto, franco e intenso”. Che tradotto dal linguaggio della diplomazia più o meno significa che i due politici si sono scontrati senza trovare accordo su nulla.

Lo spagnolo Borrell è atterrato ieri pomeriggio a Mosca con la richiesta dei ventisette governi europei di liberare immediatamente Aleksej Navalnyj e i suoi sostenitori e di lanciare un’inchiesta indipendente sull’avvelenamento del principale oppositore di Vladimir Putin. Richiesta ovviamente respinta da Lavrov, con Borrell costretto ad affermare che “nonostante le nostre differenze costruire un muro di silenzio non è un'opzione". Come dire, è comunque necessario proseguire il dialogo in quanto la Russia nella veste di attore protagonista in diversi teatri di interesse europeo non può essere trascurata.

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E così Borrell deve incassare il duro affondo di Lavrov, che di fronte ai media si permette di attaccare l’Europa: “La Russia costruisce la sua vita basandosi sul fatto che l'Ue è un partner inaffidabile, perlomeno in questa fase”. E ancora, la possibilità di sanzioni europee sul caso Navalnyj è "una questione interna dell'Ue". Appunto riferimento ai presunti pregiudizi europei di alcuni partner dell’Unione contro Putin che nella vulgata russa influenzerebbero gli altri governi europei sulla sanzioni, che per Lavrov “non hanno una base legittima”.

Borrell ha precisato che sulle nuove sanzioni contro la Russia per l’arresto di Navalnyj “per il momento non c'è alcuna proposta: a marzo avremo un'importante discussione monografica sulla Russia e decideremo cosa fare”. Già due settimane fa i ministri degli Esteri dell’Unione hanno discusso la nuova ondata di misure restrittive contro i vertici del Cremlino, ma su pressione di Berlino è stato deciso di rinviare il momento della verità al vertice europeo di marzo durante il quale i leader terranno una discussione sui rapporti strategici con la Russia.

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Paradossale la posizione tedesca, con Angela Merkel che nei mesi scorsi è stata la grande accusatrice di Putin sul caso di Navalny, salvato proprio in un ospedale di Berlino, ma ora è impegnata a rinviare l’escalation con Mosca: la speranza è che la situazione si sblocchi prima del Consiglio europeo di marzo anche grazie alla minaccia di misure restrittive e revisione dei rapporti strategici perché una volta sparate le sanzioni, se non dovessero sortire effetti positivi sulla scarcerazione del blogger, crescerebbero le pressioni per il passo successivo, ovvero la chiusura di Nordstream 2 che invece la cancelliera vuole salvare.

Intanto a Mosca Borrell ha rinunciato alla richiesta di visitare Navalnyj dopo averne a lungo discusso con i principali collaboratori del blogger: il timore era che un eventuale incontro tra l’Alto rappresentante per la politica estera dell’Unione sarebbe stato strumentalizzato dai media controllati dal Cremlino per rilanciare le accuse contro Navalnyj di essere un burattino nelle mani dell’Occidente.

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Lo spagnolo dunque cerca di tenere la pressione su Putin, ma al contempo è impegnato a non far saltare completamente il già pericolante dialogo con i russi. Per aprire uno spiraglio, allora, Borrell si augura che l’Agenzia europea del farmaco (Ema) “possa presto approvare l’uso del vaccino Sputnik per l’Europa”. Un auspicio graditissimo dai russi, che sulla diplomazia del vaccino hanno costruito una campagna internazionale sin dall’autunno.

Peccato che Mosca al di là della propaganda per ora si sia limitata ai primi contatti con l’Ema e non abbia ancora chiesto l’avvio della rolling review, la prima fase della procedura – che non dura meno di due mesi e che richiede standard molto alti – per il via libera a un vaccino.

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