Per scrivere a Natalia Aspesi: n.aspesi@repubblica.it o Il Venerdì, via Nervesa 21, 20139 Milano
"Mi capita di cercare su Internet persone conosciute nel passato e poi perse di vista, se hanno fatto qualcosa di concreto le ritrovo volentieri e magari riallacciamo i rapporti. Ho digitato nome e cognome di un medico pediatra conosciuto in ospedale anni fa. Persona brillante, colta, bell’aspetto, lasciato dalla moglie stanca di essere tradita, quindi single felice. Ha cambiato città, si è risposato, è tornato e l’ho ritrovato, sempre disposto a correre dietro a qualche sottana, il suo stato di primario lo agevolava, aumentava il suo fascino. Torniamo ad oggi. Digito il suo nome e cognome e trovo gli atti di un processo per molestie sessuali al personale femminile di un ospedale e, detto genericamente, ai parenti dei bambini ricoverati. So per esperienza che saggiava la consistenza del seno delle neomadri con molta destrezza.
A farla breve in questi atti processuali si faceva riferimento ad altre denunce fatte in altra città, si presume senza condanna. La persona era stata denunciata per ripetuti palpamenti e battute oscene al personale infermieristico. In prima istanza si erano presentate delle testimoni a favore delle denuncianti, in Appello le testimoni erano scomparse ed erano presenti medici e colleghi che parlavano di battute scherzose, i palpeggiamenti (fatti anche ad una addetta alle pulizie) erano scomparsi. Le riporto il verdetto di Appello. 'Non è licenziabile il primario ospedaliero accusato di palpeggiamenti e frasi scurrili a sfondo sessuale rivolte al personale femminile, se le circostanze non sono adeguatamente comprovate e i fatti contestati sono avvenuti in mancanza di testimoni disposti a garantire la loro veridicità'.
Le chiedo: sono passati anni dal processo, ma queste cose sono ancora impunite? E le donne devono ancora tacere perché se non ci sono testimoni attendibili la verità per i giudici è un’altra? E i testimoni devono tacere per paura di ritorsioni?"
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Mi pare che da anni le donne hanno smesso di tacere, e molti palpatori hanno perso il lavoro o sono in galera. Quindi non si indigni, le cose sono cambiate a favore delle palpate. La sentenza secondo me, senza offesa per i giudici, è vaga, perché è difficile che il palpatore agisca in presenza di testimoni, e credo che oggi il magistrato sarebbe più accorto, anche perché le leggi sono diventate più severe. Però vorrei che lei rileggesse attentamente la sua lettera, che un po’ mi stupisce. Vagando nel web lei ritrova il nome di un primario pediatra che ricorda brillante, colto, di bell’aspetto, e “per esperienza” sua, piuttosto birichino, o villano, o prevaricatore con il corpo delle neomadri. Quindi lo sapeva eppure ha scelto di stare zitta. In più, dice lei, questo maschio impenitente era “fascinoso” e ne approfittava. Spero di non essere bastonata, ma forse qualcuna ne è rimasta affascinata più che indignata.
Non si può più dire? E io lo dico lo stesso. E ancora, perché ritiene stravagante che il primario rivolgesse le sue villanate anche al “personale delle pulizie”? A queste signore molestate poteva anche andar peggio: su Netflix c’è una miniserie per me carina (altre sgridate) in cui un medico pediatra, fascinosissimo, fa di peggio.
Sul Venerdì del 5 febbraio 2021
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