Da una parte ricorda i teatri del periodo elisabettiano, dall’altra le ciclopiche strutture per concerti e altri maxieventi che siamo abituati a vedere da anni negli stadi e nei palazzetti di tutto il mondo. Con la differenza che, come dice il nome, il Vertical Theatre si sviluppa fondamentalmente in altezza, ospitando a ogni piano una serie di palchi riservati che garantiscono a tutti un’esperienza coinvolgente e per certi versi intima. Ma all’aperto, visto che non ha pareti laterali ma solo coperture superiori, quasi come uno stadio ma da montare e smontare dove necessario. Per riprendere gli spettacoli dal vivo con un livello di sicurezza senz’altro superiore a quello attuale. E magari inventando un nuovo genere d’esperienza.
Si tratta per ora di una proposta, anche se molto concreta e con alte aspettative: un progetto di un nuovo spazio per le performance che secondo gli ideatori potrebbe essere utilizzato per ogni genere di evento. Dalle rappresentazioni teatrali ai festival musicali passando per i tour globali degli artisti, i circhi o gli eventi televisivi (e perché no, anche per congressi o appuntamenti politici). Lo ha disegnato un gruppo di architetti dello studio britannico Stufish, specializzati nell’intrattenimento, insieme ad alcuni registi e produttori teatrali. Ha una capacità che varia fra 1.200 e 2.400 persone, in base alle regole di distanziamento sociale che le autorità imporranno nei diversi luoghi del pianeta in cui i diversi “teatri pop-up” dovessero essere montati.
Il pubblico trova spazio nelle balconate dei diversi livelli della struttura, in grado di ospitare e isolare con pannelli trasparenti dagli altri gruppi da quattro a 12 persone, così da poter assistere con la propria famiglia o “bolla sociale” senza dover necessariamente mescolarsi al resto degli spettatori. L’aspetto oggettivamente affascinante è che ogni membro del pubblico gode di una visione ravvicinata dello spazio della performance, senza contare ovviamente che la struttura sarà completamente riutilizzabile e modulabile con costi estremamente contenuti per aumentare la capienza quando le restrizioni legate al contenimento della pandemia saranno un ricordo passato.
Non è una boutade da creativi con tanto tempo libero. Fra i partner di Stufish c’è per esempio anche Ric Lipson, architetto che ha creato progetti per tour estremamente impegnativi che hanno coinvolto nomi come Beyoncé, U2, Rolling Stones, Madonna, Elton John, Monty Python e Queen + Adam Lambert. Per Madonna, per esempio, si è occupato dei tour del 2012, 2015, 2019 mentre per gli U2 dal 2015 al 2019. “Siamo devoti alla vitale importanza delle arti e della cultura” ha spiegato il designer, che lavora con lo studio dal 2006. "Eravamo entusiasti di vedere cosa potesse produrre un nuovo tipo di collaborazione tra le arti, mentre costruiamo una nuova visione per il futuro dell'intrattenimento dal vivo: il teatro verticale".
A riprova del fatto che il progetto cerca applicazioni concrete c’è il lancio di una società, The Vertical Theatre Group, che curerà sviluppo e allestimento di questa struttura temporanea che si lancia ben oltre le vecchie tensostrutture di una volta, reinventando l’esperienza live. “Inizialmente l’idea è stata quella di mantenere vive le arti dal vivo realizzando un luogo che potesse nascere nelle città del paese ed essere programmato e gestito da coloro che sono rimasti senza lavoro dalla chiusura dei teatri locali e dei luoghi di intrattenimento dal vivo” ha spiegato Holly Gilliam, direttrice del gruppo, a Deezen. “Quando il progetto ha iniziato a prendere forma abbiamo deciso di ampliare il nostro approccio e di creare uno spazio sostenibile in termini commerciali per l’intrattenimento dal vivo, in un mondo segnato dal distanziamento sociale, ma che fosse anche innovativo e potesse fornire una soluzione a ogni livello per il futuro”.
Anche l’accesso e il deflusso degli spettatori sarebbero completamente ripensati, a partire dalla stessa collocazione delle strutture, e comunque consentirebbe di evitare i colli di bottiglia che le strutture di solito utilizzate per gli show, dai teatri agli stadi, rischierebbero di creare. Nel loro progetto, i diversi palchi sono collegati da ampi corridoi che, come si notava, sono comunque aperti. “Un posto del genere prova a offrire qualcosa di diverso dai normali luoghi per gli spettacoli – ha aggiunto Lipson – unisce l’aria aperta di un evento all’esterno da cui si vede la città con un tetto che evita problemi al pubblico, insieme alla capacità strutturale per sostenere attrezzature ed equipaggiamenti come una tradizionale arena”. Oltre a offrire numerose possibilità di orientamento e personalizzazione del palcoscenico.
La prima struttura dovrebbe essere pronta nei prossimi mesi ma la società pensa di montarne molte in tutto il mondo, mano a mano che le campagne vaccinali entreranno nel vivo e la vita riprenderà a scorrere pur con alcune cautele: a quanto pare sarebbero già iniziati i confronti e le discussioni con produzioni e management dell’industria dell’intrattenimento, inclusi musicisti di primo piano e produttori teatrali, etichette discografiche internazionali e perfino piattaforme di streaming, così come con chi si occupa di sport ed eventi dal vivo in ambiti molto diversi. Il Vertical Theatre è la prova che molti, in quei mondi, stavano aspettando: sfruttare la crisi per inventare nuove soluzioni garantendo qualità e coinvolgimento di uno spettacolo dal vivo al contempo moderno e tradizionale.