È una tematica decisiva per una città che ha impostato la propria rivoluzione d'immagine attorno all'Expo 2015, incentrato sull'importanza di nutrire il pianeta. Dunque non stupisce che nella giornata nazionale contro lo spreco alimentare Milano faccia un bilancio di 216 tonnellate di cibo raccolte grazie ad alcune iniziative messe in campo negli ultimi tempi. Il bilancio del Comune per il 2020 (a due anni dall'apertura dell'hub di quartiere all'Isola e a pochi mesi dall'inaugurazione di quello di Lambrate) è di 76 tonnellate di eccedenze recuperate: 62 in via Borsieri e 14 in via Bassini.
In pratica, di mattina un furgoncino del Banco Alimentare si reca nei vari supermercati aderenti all'iniziativa e raccoglie il cibo che poi viene stoccato negli hub. Nel pomeriggio invece a essere recuperato è il cibo che non è stato servito delle mense aziendali, che viene consegnato a onlus che hanno una mensa per le persone bisognose. Secondo un monitoraggio dati effettuato dal Politecnico (partner con Assolombarda del progetto), le famiglie coinvolte sono oltre 3.300, in cui vivono 1.630 minori, per circa 152.000 pasti equivalenti. "Questa azione ci ha permesso di continuare a lavorare per raggiungere obiettivi di sostenibilità – ha detto la vicesindaca con delega alla Food Policy Anna Scavuzzo – ma anche di diritto al cibo sano. La priorità della food policy è la lotta agli sprechi e per questo entro l'estate verranno aperti due ulteriori hub di quartiere con nuovi partner, al Corvetto e al Gallaratese". Per Giovanni Fosti, Presidente Fondazione Cariplo, "gli hub di quartiere nascono da un metodo sviluppato dalla food policy di Milano insieme con altri soggetti e reso possibile dalla presenza di reti sul territorio come il programma QuBì, la ricetta contro la povertà infantile di Fondazione Cariplo. Perché contrastare lo spreco alimentare, preparare un pacco di cibo che sia sano ed equilibrato, dedicato a quella persona e alla sua famiglia affinché stiano bene, e consegnarlo attraverso qualcuno che abbia uno sguardo attento e rispettoso, significa prendersi cura".
Un'altra iniziativa è Salvacibo& Antispreco, nata nel 2019 grazie al bando periferie del Comune di Milano con Comunità Nuova ed Eco dalle Città. Si tratta di un progetto di cittadinanza attiva (così viene definita dagli ideatori) nei quartieri di Giambellino, Lorenteggio e Barona: collaboratori e volontari si recano nei mercati delle zone per distribuire gratuitamente – all'interno degli stessi mercati – l'ortofrutta degli ambulanti destinata a essere invenduta, purché ancora commestibile. In media vengono recuperati 675 chili di cibo ogni settimana, per un totale di circa 30 tonnellate dalla scorsa primavera (e 120 famiglie del Municipio 6 aiutate). Infine c'è la Carovana Salvacibo, sempre su input di Eco dalle Città, che da aprile del 2020 intercetta le eccedenze dell'Ortomercato. Si recupera il cibo dai grossisti – in buono stato ma magari difficilmente vendibile – e si coordina il viavai delle associazioni che poi si occuperanno di distribuirlo. Le cifre parlano di 113 tonnellate di alimenti salvati. "Indubbiamente la richiesta è aumentata in questi mesi – spiega Paolo Hutter, presidente di Eco dalle Città – . Finora abbiamo raccolto circa 140 tonnellate, ma c'è ancora parecchio cibo che fatica ad arrivare alla sua destinazione naturale, i piatti messi in tavola". Si giunge dunque a un paradosso: "Di recente – prosegue – un quinto di ciò che abbiamo raccolto al Giambellino siamo stati costretti a buttarlo perché la gente non è arrivata in tempo e non potevamo portare gli alimenti da altre parti. C'è uno stigma sociale che blocca le persone, c'è paura ad accedere a servizi del genere. Ma la povertà alimentare si combatte partendo dallo spreco alimentare. Non è che uno deve sventolare il proprio Isee per poter accedere alla nostra distribuzione".
Commenti recenti