La Commissione tecnico scientifica dell'Aifa "pur considerando l'immaturità dei dati e la conseguente incertezza rispetto all'entità del beneficio offerto dagli anticorpi monoclonali, ritiene, a maggioranza, che in via straordinaria e in considerazione della situazione di emergenza, possa essere opportuno offrire comunque un'opzione terapeutica ai soggetti non ospedalizzati che, pur con malattia lieve/moderata risultano ad alto rischio di sviluppare una forma grave di COVID-19". È quanto si legge nel parere della Cts pubblicato oggi sul sito Aifa, dopo il via libera a tali farmaci lo scorso 4 febbraio. Il parere è stato fornito per verificare le possibili modalità di utilizzo di tali farmaci all'interno del Servizio sanitario nazionale.
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La scelta in merito alle "modalità di prescrizione degli anticorpi monoclonali, come pure la definizione degli specifici aspetti organizzativi, potrà essere lasciata alle singole Regioni". La Commissione richiama inoltre l'attenzione sugli aspetti organizzativi legati al trattamento, e sottolinea in particolare che l'infusione endovenosa dei farmaci deve essere effettuata in un tempo di 60 minuti (seguiti da altri 60 minuti di osservazione) in setting che consentano una pronta ed appropriata gestione di eventuali reazioni avverse gravi.
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Clemente Pistilli
L'Aifa ha dato il via libera a due anticorpi monioclonali, prodotti da Regeneron e Eli Lilly. Queste terapie, si legge, sono rivolte ai "soggetti non ospedalizzati che, pur avendo una malattia lieve/moderata risultano ad alto rischio di sviluppare una forma grave di COVID-19 con conseguente aumento delle probabilità di ospedalizzazione e/o morte. Si tratta, in particolare, di un setting a rischio per il quale attualmente non è disponibile alcun trattamento standard di provata efficacia".
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Clemente Pistilli
La popolazione candidabile al trattamento con gli anticorpi monoclonali dovrà essere rappresentata "unicamente da soggetti di età maggiore di 12 anni, positivi per SARS-CoV-2, non ospedalizzati per COVID-19, non in ossigenoterapia per COVID-19, con sintomi di grado lieve-moderato di recente insorgenza (e comunque da non oltre 10 giorni) e presenza di almeno uno dei fattori di rischio (o almeno 2 se uno di essi è l'età superiore ai 65 anni)" come malattia renale cronica, diabete non controllato, immunodeficienze.
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