PARIGI – La scrittura inclusiva è divisiva. Anche se ufficialmente bandita dal governo nel 2017, la rivoluzione dell'ortografia e della sintassi in nome della parità avanza polarizzando i fronti tra favorevoli e contrari. Piace sempre di più ai giovani, conquista le università dove sindacati degli studenti la usano regolarmente nei comunicati e comincia anche ad apparire in alcuni corsi. Questo nuovo modo di scrivere prevede di inserire un punto mediano per declinare al femminile le parole. Ad esempio: "Buongiorno a tutti•e".
L'intellettuale Bernard Pivot, autore della famosa trasmissione tv letteraria Apostrophes e già presidente del premio Goncourt, la definisce una "aberrazione". La presidente dell'Académie Française, Hélène Carrère d'Encausse, ci vede addirittura un "pericolo mortale" per la lingua francese. Promossa da diverse associazioni femministe, ma anche da studiose e accademiche, sta facendo proseliti.
C'è stato un editore, Hatier, che si è adeguato in un manuale per elementari: "Siamo fierissimi•e di aver pubblicato il primo manuale con la scrittura inclusiva", ha annunciato Hatier che si è basato sulle raccomandazioni del Haut Conseil à l'égalité entre les femmes et les hommes. L'organo di vigilanza per la parità nominato dal governo ha anche diramato un interessante guida per la comunicazione pubblica senza stereotipi sessuali che si può leggere online.
Ai puristi della lingua si sono aggiunte alcune associazioni che sostengono come il punto mediano potrebbe mettere in crisi i bambini dislessici. Il dibattito sembrava chiuso nel 2017 con la decisione dell'allora premier Edouard Philippe di vietare la scrittura inclusiva dalle comunicazioni ufficiali.
E invece il punto mediano ha continuato a guadagnare terreno, nei testi diffusi da alcuni partiti politici o da comuni governati dalla sinistra, e ora anche nelle università come registra un allarmato reportage del quotidiano Le Figaro, raccontando le pressioni degli studenti sui professori e la scelta di alcuni docenti di convertirsi alla nuova tendenza.
"Questa forma di scrittura genera insicurezza linguistica", sostiene Mathieu Avanzi, linguista e docente alla Sorbona, ostile al movimento seguito da altri suoi colleghi. La polemica torna a dividere il parlamento francese. Il deputato del partito di maggioranza, François Jolivet, promette adesso di presentare una proposta di legge per vietare la scrittura inclusiva. "Sono inorridito – spiega – dal fatto che alcune università la stiano adottando nelle loro comunicazioni e che sempre più studenti lo stiano usando nei loro documenti". La legge dovrebbe riguardare solo le scuole, mentre per le università sarà rispettata la libertà accademica.
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