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André Silva bomber a sorpresa, segna più di Ronaldo: meglio di lui solo Lewandowski

E' l'incubo di ogni allenatore e difensore che si prepara ad affrontarlo. Nessuno, nei principali campionati europei, sta segnando quanto lui, a parte Lewandowski, che però è bionico. Non stiamo parlando di Cristiano Ronaldo, e nemmeno di Lukaku, di Mbappé, di Suarez o di Salah. No, se pensate a Messi siete fuori strada: l'argentino ha segnato meno di ognuno degli attaccanti succitati. Gioca in Bundesliga, ma non è nemmeno Haaland: il grande protagonista della collezione gol autunno/inverno è André Silva. Proprio l'attaccante portoghese passato dal Milan lasciando una lieve impronta che è presto sbiadita. Eppure, vedendolo all'opera con l'Eintracht Francoforte, forse più di qualcuno in casa rossonera sarà assalito dai rimpianti.

Appuntamento fisso con la rete

La prima metà di stagione del 25enne attaccante ha una costante: l'appuntamento con il gol. Ne ha segnati 16 in 18 partite, con una media di un gol ogni 97 minuti (ma Suarez con l'Atletico sta facendo anche meglio, una rete ogni 85'). Come dire, un gol a partita. Un rendimento così, ragionevolmente, non se lo aspettava nemmeno il più ottimista in casa Eintracht. Anche se già nella passata stagione in prestito a Francoforte André Silva aveva mostrato tutte le sue qualità, chiudendo con l'onorevole bottino di 12 gol in 25 presenze in campionato.

Al Milan in chiaroscuro

La scorsa estate i dirigenti del club tedesco hanno quindi deciso di acquistarlo a titolo definitivo dal Milan: un investimento di 9 milioni di euro pienamente sostenibile per l'Eintracht e che la dirigenza rossonera ha accettato di buon grado. Perché in Italia l'attaccante nato vicino a Oporto non aveva convinto appieno: arrivato come punta di diamante – insieme a Bonucci – nel primo mercato dell'era cinese di Yonghong Li e pagato ben 38 milioni alla mai economica bottega del Porto, André Silva non ha un impatto facile con la Serie A. Il primo gol in campionato arriva addirittura alla 28esima giornata, all'ultimo minuto della trasferta contro il Genoa. Ne seguirà un altro nel turno successivo, ma è un fuoco di paglia: sarà anche l'ultimo in Serie A, su un totale di 24 presenze. Decisamente migliore lo score in Europa League: dopo una doppietta nello spareggio contro lo Skendija, il portoghese inizia la fase a gironi con una tripletta in casa dell'Austria Vienna, a cui segna altri due gol al ritorno. In totale saranno otto i gol complessivi in Europa, anche se nessuno nella fase a eliminazione diretta: eguagliato il record rossonero di Pietro Paolo Virdis che resisteva dal 1985.

Due anni in prestito

Certo, André Silva dalla sua avrebbe delle attenuanti: nella sua prima esperienza all'estero e all'età di 21 anni, soffre la doppia concorrenza di Kalinic e Cutrone e arriva in una squadra rivoluzionata dal mercato estivo e che a novembre cambia anche allenatore, passando da Montella a Gattuso. Ma la dirigenza rossonera si aspettava molto di più da Mr. 38 milioni e per questo accetta l'offerta del Siviglia di prenderlo in prestito. L'impatto con la Liga è dirompente: tripletta all'esordio contro il Rayo Vallecano. Ma con l'arrivo dell'autunno, André Silva sfiorisce: da ottobre a fine stagione, i gol in campionato sono appena due. Complice anche un infortunio al ginocchio che lo tiene fuori nel finale di stagione, il club andaluso non esercita il diritto di riscatto. Il giocatore rientra in Italia, ma dopo una scialba ora di gioco contro il Brescia nella seconda giornata, il suo agente, l'onnipotente Jorge Mendes, gli trova una nuova destinazione: l'Eintracht Francoforte.

Un sogno chiamato Champions

Quella tedesca è la strada giusta: dopo la scorsa stagione chiusa al nono posto, quest'anno l'Eintracht viaggia in zona Champions, competizione da cui è assente dal 1960, quando si chiamava Coppa dei Campioni e in cui venne battuto in finale dall'inarrestabile Real Madrid delle cinque vittorie di fila. Con un André Silva in queste condizioni – sette gol a gennaio, con tre doppiette – a Francoforte nulla sembra impossibile. Nulla, o quasi: che l'attaccante portoghese possa sfilare il titolo di capocannoniere a Robert Lewandowski, che lo detiene da tre anni, è alquanto improbabile. Il polacco è già a quota 24 gol in 18 partite di Bundesliga, con una media irreale di un gol ogni 63 minuti. E nella sfida del girone di andata all'Allianz Arena, è finita 5-0 per il Bayern, con tripletta di Lewandowski. Per questa sfida, il buon André non pare ancora attrezzato.

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