ROMA – La prima chiamata a Mario Draghi sul Recovery Plan arriva dagli aeroporti. Il settore sta vivendo un incubo che si è materializzato nel corso del 2020 con una perdita drammatica di passeggeri, circa 140 milioni in meno sul 2019. Anno nel quale ne erano passati per gli scali italiani, quasi 200 milioni. Sette viaggiatori su dieci sono dunque “spariti”, un po’ per la paura di volare a meno di 40 centimetri dal vicino di posto, un po’ per la chiusura forzata di molte frontiere.
“Gli aeroporti italiani vanno inseriti nel Recovery Plan. I fondi consentirebbero di dare un forte impulso allo sviluppo del sistema aeroportuale, contribuendo a renderlo più competitivo” ha spiegato oggi nel corso di un’audizione in commissione Trasporti della Camera il vice presidente vicario di Assaeroporti Fulvio Cavalleri, con i vice presidenti Emilio Bellingardi (direttore generale di SACBO Aeroporto di Milano Bergamo), Monica Scarpa (ad di SAVE) e Marco Troncone (numero uno di Aeroporti di Roma). Il trasporto aereo – come le compagnie – è moltiplicatore di PIL (in Italia incide per il 3,6%) e fornisce una solida spinta alla forza lavoro del Paese con una comunità aeroportuale che comprende circa 150 mila addetti, in un settore che ne sostiene complessivamente 880 mila. Ecco perché la mancata presenza di questo comparto nel piano Pnrr “desta forte preoccupazione” come ha spiegato Cavalleri. “Si tratta di una carenza gravissima, tenuto conto che il sistema aeroportuale, oltre ad essere strategico per la ripresa dell’economia, del turismo e per la connettività di interi territori del nostro Paese, sta registrando una crisi senza precedenti a causa dell’emergenza Covid-19. Ricordo – ha aggiunto – che nel 2020, sono stati persi in Italia 140 milioni di passeggeri rispetto al 2019, con una diminuzione del 72,6% del traffico. Una crisi che mette a repentaglio migliaia di posti di lavoro e rischia di compromettere la realizzazione di investimenti e progetti di modernizzazione e sviluppo sostenibile, che si inseriscono perfettamente nelle mission individuate nelle linee guida del PNRR”.
“Ogni investimento finalizzato allo sviluppo degli aeroporti, pertanto, è un intervento che contribuisce a migliorare e ad accrescere il sistema infrastrutturale del Paese. Da evidenziare, in particolare, che le opere e gli interventi finanziati con fondi pubblici non vanno a gravare sulle tariffe aeroportuali, a beneficio di vettori e passeggeri. Questi finanziamenti, quindi, consentirebbero di dare un forte impulso allo sviluppo del sistema aeroportuale nazionale, contribuendo a renderlo più competitivo in un mercato altamente concorrenziale a livello europeo ed internazionale”. Fulvio Cavalleri ha infine sottolineato come lo sviluppo di importanti e nuove progettualità in ambito aeroportuale possa ulteriormente incrementare la capacità del settore di generare nuovi posti di lavoro e di sostenere l’occupazione. Gli aeroporti rivestono un ruolo chiave anche rispetto al turismo e rappresentano la porta di ingresso dell’Italia: "Prima della pandemia, oltre il 40% dei turisti stranieri arrivava nel nostro Paese con l’aereo".
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