I laziali si scatenano contro Pupi Avati. A far nascere la polemica, il passo del suo libro "L'archivio del diavolo", in cui uno dei personaggi, il funzionario ministeriale Furio Momenté, viene etichettato come "laziale di mer**".
Ambientato nei primi anni ’50 nel Nordest dell’Italia, il romanzo è uscito a settembre, ma solo oggi la pagina scritta dal noto regista, tifoso del Bologna, è diventata virale sui social. "Risulta stonata la pagina nel contesto, come se si mettesse una inutile scena di sesso in un film Disney per bambini. Avati, insomma, lo fa chiaramente apposta, solo per ferire", scrive una pagina Facebook di tifosi della Lazio.
Il maestro Pupi Avati ha voluto chiarire la questione, mandando una lettera a Claudio Lotito: "Illustre e caro presidente, leggo con estremo rammarico come due battute del mio libro siano state considerate offensive nei confronti dei tifosi della Lazio. Non era mio intento, anche perché sono legato alla Lazio: sia per questioni familiari, i miei figli sono laziali, e sia per ragioni affettive, essendo amico di Pippo Inzaghi e quindi grande stimatore di Simone da anni".
Poi, il regista ha aggiunto: "Ho voluto dare verosimiglianza al romanzo, con epiteti tipici della città di Roma. Probabilmente ho sbagliato e me ne scuso con tutti se ho urtato la sensibilità. In attesa di nuovi gol di Immobile, vi saluto".
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