GENOVA – In quel gesto di esultanza dopo ogni rete segnata, quando Mattia sorridendo mima di cullare un bimbo tra le braccia, c'è tutta questa storia che pare una favola. Storia di una nuova vita, anzi due: la nascita del figlio Leone, la rinascita di un campione. Mattia Destro. La prima volta lo ha fatto il 20 settembre, Genoa-Crotone: il piccolo aveva pochi giorni. Poi la parentesi buia del Covid, con 17 rossoblù positivi e Maran che proprio non ce la fa, a guarire il Grifone. Vigilia di Natale, l'arrivo in panchina di Ballardini: lo Zio Balla, che – appunto – tratta Destro come un nipote. Subito, la delicata trasferta di Spezia. E Mattia torna a cullare il suo bimbo. Otto volte negli ultimi 8 incontri, con quella di settembre fanno 9 reti in tutto: l'attaccante, che il mese prossimo ne compirà 30, non segnava così da 4 anni, quando vestiva la maglia del Milan. "Era uno dei tanti talenti perduti del calcio italiano", scrive il Guardian, sottolineando il verbo al passando e celebrando – oggi – "il nuovo Totò Schillaci".
L'esordio, la Nazionale e il buio
Solo un anno fa il Bologna lo aveva mandato a svernare in Liguria per gli ultimi 6 mesi di contratto, sembrava un giocatore finito. Il ritorno al Genoa, dove nel 2010 aveva esordito in A con la maglia numero 22 (che poi Milito avrebbe reso mitica), andando segno 6 minuti dopo essere entrato dalla panchina su passaggio di Palacio. Ma non era più il ragazzo prodigio che si era conquistato la maglia della Nazionale in un'amichevole con l'Inghilterra del 2012 e poi gol in azzurro con Malta, quello delle 12 reti con Siena, e 13 (su 20 incontri) con la Roma: sovrappeso, 8 partite e sempre all'asciutto, l'ironia dei tifosi sui social quando per proteggersi dal freddo si infila una tuta nera. "Si è messo il pigiama?". Ciao, ex campione.
Il matrimonio e la nascita di Leone
A sorpresa, e a patto che accetti un taglio di un milione nell'ingaggio – 800.000 a stagione – Preziosi l'estate passata decide di fargli firmare un biennale. Tra le perplessità di molti. Ma Mattia è cambiato: è tornato in tutti i sensi, il presidente lo ha intuito. A Genova, il calciatore e la moglie – Ludovica Caramis, show girl, modella, in tv con l'Eredità e la Corrida – hanno capito subito di essere all'inizio di qualcosa di nuovo. Di molto importante. Ludovica, concorrente di Miss Italia quando il calciatore era compagno di Balotelli nella Primavera dell'Inter (e la Gazzetta titolava: 'Destro, magìe alla Ibra'), lo ha sposato nel 2014, dopo 2 anni di fidanzamento. Non si sono mai voluti così bene come qui, davanti al mare. L'8 settembre scorso, nasce Leone. E pure Mattia, a modo suo, rinasce. "I gol li dedico a mia moglie e al bambino: sono la cosa più importante per me": così dice – anzi, ripete – da mesi. Papà. Un prodigio ritrovato. Ballardini se lo coccola: "E' sempre in partita, dal primo all'ultimo minuto: fondamentale per come si muove, pressa gli avversari, aiuta i compagni. Segna. Nessuno come lui".
Il migliore da dicembre
Verissimo: nessun attaccante in Italia, da dicembre, ha avuto le sue percentuali di realizzazione. Se ne sono accorti anche in Inghilterra, e il Guardian – raccontando i prossimi Europei – ha ricordato la favola di Italia 90: "In quel mondiale, l'Italia scommise su un operaio che in Nazionale aveva giocato solo una volta in amichevole, ma che al contrario di tanti campioni più celebrati era in forma". Nell'articolo hanno rilanciato il commento del ct Mancini: "La porta è sempre aperta, per il Totò di turno…".
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