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Effetto Covid sui conti del Comune: in cassa mancano 350 milioni

Nell'anno più difficile per Milano, Palazzo Marino era riuscito a chiudere il bilancio nonostante una voragine nei conti aperta dall'emergenza Covid: 630 milioni di euro in meno di entrate, il 60 per cento dell'intero budget che fa muovere la macchina comunale. Un'impresa portata a termine anche, nella straordinarietà del momento, da un'iniezione straordinaria di risorse (480 milioni) dello Stato. Ed è ancora una volta al governo che verrà, che l'assessore Roberto Tasca torna a rivolgersi: "Dall'ultimo esecutivo ci aspettavamo risposte formali a istanze formali, che tutte le città avevano avanzato. Ed è quello che torneremo a chiedere al prossimo". Perché la caccia è ricominciata. All'appello, sperando in un secondo semestre di leggera risalita, l'amministrazione stima "realisticamente" di avere a disposizione in questo 2021 tra i 300 e i 350 milioni in meno. E se le difficoltà che continuano a frenare l'afflusso delle voci di entrata non sono cambiate, non è mutata neppure una volontà della giunta diventata anzi sempre più un obbligo. Con il bisogno che cresce, dice l'assessore al Bilancio, "è impensabile anche soltanto immaginare di sacrificare i servizi o aumentare il carico fiscale e toccare le tariffe". La strada, insomma, è obbligata: "Chiederemo aiuto al governo".

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La ripresa, quella vera, ancora non c'è. Tasca non la vede all'orizzonte neanche in questo 2021: "Non sarà questo l'anno in cui riusciremo a risolvere i problemi". Perché, certo, Milano non è più la città immobile, caduta nel letargo dello scorso anno. Ma i fronti di perdita sono sempre quelli. A cominciare dal capitolo trasporti: tra i mezzi che viaggiano con una capienza massima dimezzata e una quota di passeggeri ridotta, il Comune prevede di incassare 150-160 milioni in meno dai biglietti.

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Simone Mosca


Una situazione analoga riguarda la mancanza di turisti, con l'imposta di soggiorno che, dai 45 milioni in meno rispetto al 2019 dei record arrivati lo scorso anno, se andrà bene questa volta registrerà comunque una riduzione nell'ordine dei 20-30 milioni. Ma le voci in calo sono molte altre: dalle multe (dai 60 ai 70 milioni) alle varie imposte legate all'occupazione del suolo pubblico o alla pubblicità (complessivamente: 20-30 milioni) fino ai dividendi che, ormai, le società del Comune non riescono più a girare al loro azionista. Per tutte, c'è l'esempio di Sea che, con il traffico ridotto ancora all'osso negli aeroporti di Linate e Malpensa, non staccherà né l'assegno ordinario (40 milioni) né quello straordinario (20 milioni).

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È così che si arriva a quei 350 milioni che rischiano di non far tornare i conti del bilancio di previsione del Comune. Se non verrà spostata la data, Palazzo Marino dovrà approvarlo entro fine marzo. Come e dove trovarli? "I miracoli non possiamo fare. Faremo invece il possibile per cercare di ridurre ulteriormente le spese, ma ormai gli interventi sono di ricamo e sfido chiunque a sostenere il contrario. Al massimo riusciremo a recuperare così 50 milioni", dice Tasca. Anche perché i servizi per i cittadini, dal trasporto pubblico al campo sociale, rivendica l'assessore, "non possiamo e dobbiamo toccarli. Anzi, ci sarebbe bisogno anche di fare qualcosa in più, ma dove le trovo le risorse? In questa situazione già salvare quello che abbiamo è tanto". Stesso ragionamento per le tasse comunali: "Non possiamo immaginare, in un momento di difficoltà come quello che stiamo vivendo, di toccare le tariffe dei nidi o degli impianti pubblici".

Ecco perché non appena ci sarà un nuovo governo, Milano riaprirà il dossier. Per ora, l'ultima legge di bilancio stanzia 450 milioni per tutti i Comuni d'Italia. Drammaticamente troppo pochi per le esigenze delle città. La sfida è aperta.

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