Per uscire dalle secche della crisi politica, todos cabarellos per Draghi. Dopo la prima scossa però, anche il governo tanto invocato di Mario Draghi ha varie incognite davanti, e molto dipenderà dalle mosse dell'ex presidente della Bce per capire su quale maggioranza potrà contare.
Di sicuro Renzi, che ritiene di avere incassato una vittoria personale, non farà mancare il suo sostegno. Quindi i 28 deputati e i 18 senatori, questa volta sì tutti compatti, di Italia Viva appoggeranno il governo che Draghi vorrà formare qualsiasi sia, di unità nazionale o con una maggioranza cosiddetta Ursula, ovvero dalla sinistra fino ai forzisti. Convintamente pro Draghi +Europa e Azione, che però al Senato – punto dolente di ogni coalizione di governo – significano solo 2 senatori pro, Emma Bonino e Matteo Richetti. Alla Camera sono 4 deputati.
Sempre partendo dalle forze più piccole, la sinistra di Leu (6 senatori e 12 deputati) deve prendere una non facile decisione, soprattutto se la destra berlusconiana e anche di Salvini è davvero pronta ad aprire a un governo Draghi. A chi chiede se sosterranno Draghi o se ci sono dubbi, nelle file della sinistra rispondono: "Se l'incarico fosse stato dato a Papa Francesco, certo non ci sarebbero stati dubbi…". Di dubbi insomma ce ne sono e molti. La senatrice Loredana De Petris, che rappresenta l'ala di Sinistra italiana in Leu, precisa: "Non staremo in una maggioranza on i sovranisti". Federico Fornaro, capogruppo di Leu a Montecitorio e bersaniano, dichiara: "L'appello rivolto alle forze politiche dal presidente Mattarella va ascoltato anche pensando alla difficile situazione generale dell'Italia". Quindi più Sì che no all'appoggio. A favore il Centro democratico di Bruno Tabacci con i suoi 15 deputati e i 4 del Maie a Montecitorio, così come i il gruppo neonato al Senato dei 10 Europeisti-Maie-Cd. Sempre fan di Draghi gli 11 deputati d Noi con l'Italia-Cambiamo- Alleanza di centro che a Palazzo Madama hanno una rappresentanza di 3 senatori.
Però è tra le grandi forze politiche che si gioca la partita. E qui il gioco è tutto aperto.
Il Pd con una nota del segretario Zingaretti ieri e con le dichiarazioni del vice Andrea Orlando stamani ha garantito la sua disponibilità: "Questo sforzo del presidente Mattarella con il conferimento a Mario Draghi dell'incarico noi lo sosteniamo", è il mantra. Ma "non basta dire viva Draghi, ci sono i nodi da affrontare", rimarca Orlando, e comunque il Pd deciderà "in base alle scelte di altri partiti". Tradotto: se Lega e Fratelli d'Italia si presentassero all'appello, come potrebbero i Dem reggere un governo con la destra sovranista? La mission europeista di Draghi a quel punto che connotazione avrebbe?
Comunque il Pd porta 93 deputati e 35 senatori a sostegno, già convocati oggi si riuniranno per discutere. Sono tuttavia i 191 M5Stelle alla Camera e i 92 senatori grillini a fare la differenza. I 5Stelle con la dichiarazione nella nottata di Vito Crimi, il reggente, hanno fatto sapere che "non voteranno Draghi" e che sono per un governo politico e non tecnico. Lo ha ribadito anche Paola Taverna. Ma a metà mattina arriva già la smentita: "La linea di Crimi non è condivisa". La rottura del M5Stelle è ormai inevitabile.
Il centrodestra è al bivio. Il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi, se non vuole smentire se stesso, è convintamente pro Draghi. Lo ha detto più volte, anche nei giorni scorsi. Il forzista Renato Brunetta è convinto che non debbano esserci tentennamenti: "Io conosco Draghi da tanto tempo, siamo amici e colleghi. L'ultimo governo Berlusconi nel 2011, di cui facevo parte, l'ha voluto alla guida della Bce. Quindi dal punto di vista storico, politico e culturale, pur non essendo Draghi dalla nostra parte politica, speriamo che ci sia il più alto senso di responsabilità". Aggiunge: "Il mondo di Forza Italia dice Sììììì". In termini di parlamentari Forza Italia ha 91 deputati e 52 senatori.
Rebus Salvini. La Lega ha certamente un'anima più favorevole all'appoggio, che è quella che fa capo a Giorgetti. Lo stesso Salvini però è sembrato aperturista, pur insistendo sulla necessità del voto. Ha un problema immediato: tenere unita la Lega prima ancora che ricercare, come va dicendo, una posizione comune con Berlusconi e Meloni. Sono 131 i deputati leghisti e 63 i senatori.
Fratelli d''Italia Giorgia Meloni non ci stanno. Meloni ha già preannunciato l'opposizione ma solo dopo la riunione del centrodestra trarrà il dado: Fdl conta su 33 deputati e 19 senatori.
Tali e tante sono le variabili che non è possibile fare un calcolo complessivo del sostegno che avrà Draghi. Se Pd, IV, metà almeno dei 5Stelle, Leu e Forza Italia più i 10 Europeisti dovessero però appoggiarlo al Senato si raggiungerebbero i 166 sì.
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