TORINO – E se la Juventus di Pirlo fosse una squadra da coppa? E se avesse in qualche modo assorbito le attitudini del suo allenatore, che quando giocava era soprattutto un uomo da trofei, da finali, da partite senza appello, da Champions e da Mondiali? Lui dice di no, dice che la Juve non seleziona mai le vittorie e non scarta mai nulla a priori, ma intanto i suoi primi sei mesi scarsi in panchina raccontano che in campionato la cose vanno così così, che c'è chi sta facendo meglio e che certe volte i bianconeri hanno dato il peggio, mentre nelle varie coppe fila tutto alla perfezione.
La Juventus si è presa lo 'scudetto mascherato'
di
Maurizio Crosetti
Nove vittorie su dieci e il primo trofeo
Fuori dalla serie A, la Juventus ha giocato dieci partite e ne ha vinte nove, segnando 25 reti: quasi tre a gara. La prima finale è finita in gloria, con la conquista della Supercoppa. In Champions si è imposta cinque volte su sei, perdendo soltanto in casa con il Barcellona ma rimediando a quella batosta con un capolavoro da esportazione. In Coppa Italia i successi sono tre, e se gli ottavi e i quarti di finale sono stati una formalità (i bianconeri hanno eliminato prima le riserve del Genoa e poi quelle della Spal), il successo di martedì sera in casa dell'Inter ha un altissimo peso specifico, anche se l'incidenza del differente livello di difficoltà dei primi due turni si è notata: i nerazzurri, che hanno dovuto affrontare la Fiorentina in trasferta e poi il derby, si sono caricati di diffidati e in semifinale hanno avuto due squalificati all'andata e due al ritorno, mentre la Juve ha potuto spaziare con il turn over e largheggiare con i giovani.
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di
Massimo Mauro
Un gioco più verticale che orizzontale
Ci sono senz'altro delle ragioni specifiche per le quali nelle coppe la Juve fila meglio che in campionato. Può contare il livello degli avversari, decisamente modesti sia in Champions (Ferencvaros e Dinamo Kiev) sia in Coppa Italia, ma è pur vero a che quelli migliori, Barcellona e Inter, ha riservato il medesimo trattamento. E la Supercoppa l'ha vinta contro il Napoli, mica una squadretta. Di sicuro ha più rilievo un ragionamento tattico: la Juve si sta dimostrando una formazione poco adatta a quel tipo di gestione meticolosa e paziente della partita che il campionato spesso richiede, mentre ama le gare a viso aperto, quelle in cui ci si scambiano in continuazione attacchi e contrattacchi: predilige insomma quelle situazioni che nelle coppe sono la norma, sia quando si tratta di gare a eliminazione diretta, che escludono i tatticismi, sia quando si gioca in Europa, dove di rado capitano avversari che temporeggiano, che speculano. La Juve ha bisogno di spazi, non ha un palleggio forbito ma spesso sa essere micidiale quando attacca velocemente la profondità (i due gol segnati alla Sampdoria a Marassi lo descrivono plasticamente) e i suoi giocatori migliori – Ronaldo, Chiesa, Cuadrado, Morata, Kulusevski – hanno quel tipo di gioco molto verticale, immediato, che in coppa rende sempre.
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La mentalità da coppa
E poi ci sono l'aspetto economico, la mentalità, l'idea stessa che Agnelli abbia voluto Pirlo per dare alla Juventus una dimensione più internazionale, "da coppa". Il campionato eccita ormai molto meno. Negli ultimi anni di Allegri i bianconeri vincevano gli scudetti dominando, quasi senza sforzi: adesso invece che gli sforzi sono richiesti, perché il livello della Juve è sceso e quello degli avversari salito, magari non ci sono ancora la rabbia e l'umiltà per rimettersi in gioco da pari a pari. Le coppe invece attirano la Juve come uno squalo l'odore del sangue. Basta pensare a come Pirlo descrive lo scatto psicologico provocato dalla Supercoppa: "Quella è stata una gara fondamentale, che ci ha riacceso. Vedere una Coppa da alzare ci ha dato grande forza".
L'attrazione di un trofeo da esibire ha subito cambiato la Juve, ne ha risvegliato gli istinti ancestrali: significa forse questo, essere una squadra "da coppa"? Dopotutto, cos'è Ronaldo se non un giocatore tipicamente da coppa? Sarà un caso se, nelle ultime otto partite di questo periodo per lui un po' grigio, ha segnato un solo gol, e ininfluente, in campionato (al Sassuolo) e tre decisivi nelle coppe, decidendo la Supercoppa e violando San Siro con una doppietta? Ronaldo ha vinto tante Champions quanti campionati, cinque: ma quanto è più difficile e raro conquistare una Coppa dei Campioni rispetto a uno scudetto? E quante voglia ha la Juve di vincere coppe, anche a costo di smetterla con gli scudetti?
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